Corteva: «Innovazione strategica per colture più resistenti e risparmio di acqua»

«Le sfide del sistema di produzione alimentare globale ci impongono di accelerare il passo nell’adozione delle innovazioni. Se perdiamo questa opportunità, costringeremo la prossima generazione a dover scegliere se servire le persone aumentando le superfici per la produzione o servire l’ambiente limitando l’aumento delle terre da coltivare. È una scelta che nessuno dovrebbe essere costretto a fare, dobbiamo agire adesso per allineare i quadri normativi, rimuovere le barriere commerciali e servire le generazioni future».

A parlare è Teresa Babuscio, direttore delle relazioni istituzionali per Europa, Medio Oriente e Africa (e membro della direzione generale Europa) di Corteva Agriscience, il colosso dell’agrochimica da 17 miliardi di dollari di fatturato nato a seguito della fusione tra Dow e DuPont, dal 1999 proprietaria del marchio Pioneer e dal 2019 quotata alla Borsa di New York. Insieme agli altri tre giganti del settore: Bayer, Basf e Syngenta, controlla oltre due terzi del mercato mondiale di fitofarmaci e sementi per l’agricoltura. In Italia ha quattro siti produttivi con 650 impiegati, ha realizzato vendite per oltre 275 milioni nell’ultimo anno ed è titolare di 98 varietà di sementi in commodity chiave come mais e soia. Con le nuove acquisizioni di inizio anno (Symborg e Stoller) è leader nel mercato dei prodotti destinati all’agricoltura biologica.

Ora, come tutti i grandi investitori dell’agribusiness attende il via libera Ue alle nuove biotecnologie. L’appello lanciato da Babuscio nasce dalla constatazione che, dopo il lungo stop dovuto all’equiparazione delle nuove tecniche genomiche (Tea) con i vecchi Ogm, i tempi della ricerca non aspettano quelli della politica, soprattutto in uno scenario come quello attuale di crescenti squilibri e crisi alimentari dovuti a conflitti e emergenza climatica.

L’approvazione della riforma prima delle elezioni europee del 2024 «permetterebbe agli agricoltori europei di trarre enormi vantaggi da questa innovativa tecnologia di miglioramento genetico, al pari degli agricoltori di altre parti del mondo. Insieme ad altre soluzioni, le Tea permettono di coltivare in modo sostenibile abbondanti quantità di alimenti per una popolazione in crescita, producendo colture più resistenti con minore utilizzo di acqua, nutrienti e terra. Dobbiamo chiederci che tipo di agricoltura vogliamo in Europa e, quindi, in Italia, per porter stare al passo con i tempi, il resto del mondo e le sfide climatiche che si pongono, con urgenza, oggi».

Sulle Tea l’Italia ha fatto da apripista autorizzando per prima in Europa la sperimentazione in campo. Che benefici si attende?

Fonte: Il Sole 24 Ore