
Cosa cambia per i programmatori con GPT-5-Codex di OpenAI?
Riscontri positivi risultano anche dai primi clienti. Ad esempio, Aaron Wang, Senior Software Engineer presso Duolingo, nota che Codex ha superato altri strumenti nei benchmark di revisione del codice backend; ha individuato problemi di compatibilità e bug che altri non erano riusciti a rilevare.
In una conferenza stampa, Alexander Embiricos, responsabile del prodotto Codex di OpenAI, ha affermato che gran parte del miglioramento delle prestazioni è dovuto alle “capacità di pensiero” dinamiche di GPT-5-Codex (un po’ come il sistema di GPT-5 in Chagpt, che indirizza le query a diversi modelli in base alla complessità di un’attività).
GPT-5-Codex, invece, può decidere dopo cinque minuti di lavoro su un problema che è necessario dedicargli un’altra ora. Embiricos ha affermato di aver visto il modello impiegare fino a sette ore in alcuni casi. In totale autonomia.
Sappiamo che è un approccio diverso rispetto a quello scelto da Microsoft, dove l’AI è un supporto al programmatore (e all’umano in generale). OpenAI insomma sembra dirci che la via non è più quella dell’AI autocomplete, ma dell’AI sempre più autonoma, anche nella programmazione.
In parallelo, Apple ha scelto di puntare su Claude per potenziare Xcode, l’Ide (ambiente di sviluppo) di riferimento su macOS e iOS. Nelle beta di Xcode 26 compaiono già riferimenti a Claude Sonnet e Opus, i modelli di ultima generazione di Anthropic, che il 15 settembre annuncia ufficialmente la piena integrazione. “Gli sviluppatori possono ora collegare il proprio account Claude a Xcode 26 per potenziare le funzionalità di coding intelligence con Claude Sonnet 4”, scrive in una nota sul blog.
Fonte: Il Sole 24 Ore