Così Cdp differenzia i suoi investimenti sull’innovazione agroalimentare

È partita due giorni fa (il 19 gennaio) la call per la seconda edizione di Terra Next, il programma dedicato a start up e Pmi innovative che operano nel settore della bio-economia. Nutraceutica, economia circolare, bio-materiali e agricoltura rigenerativa sono i segmenti su cui si concentrerà questa seconda operazione di scouting, che chiuderà il 26 febbraio prossimo.

Parte integrante della rete nazionale di acceleratori di Cdp venture capital, il progetto è realizzato insieme con Intesa San Paolo Innovation Center e Cariplo Factory. La prima edizione, chiusa a ottobre scorso, ha selezionato otto start up impegnate in soluzioni che combinano robotica, dispositivi wireless e nanotecnologie: resine naturali derivate dagli scarti agroindustriali del pomodoro utilizzabili come vernice, nanovescicole vegetali, drug carriers ad alto contenuto tecnologico, nano-shuttle utilizzati per trasportare l’intero fitocomplesso della pianta da cui derivano, particelle d’olio nanometriche disperse in acqua, in grado di incapsulare principi attivi liposolubili.

Le risorse deliberate dalla società di Cassa depositi e prestiti a sostegno dei programmi di accelerazione superano i 9 milioni di euro: oltre a Terra Next, sosterranno anche il lancio di FoodTech, previsto per febbraio, cui seguirà – nel corso dell’anno – l’avvio di un Polo nazionale di trasferimento tecnologico dedicato all’agritech. L’obiettivo è quello di federare le maggiori Università e i centri di ricerca italiani più rappresentativi, affiancando ai ricercatori investimenti e partner imprenditoriali, così da favorire il salto dei progetti dai laboratori al mercato.

Dal suo debutto (era il 2020) a oggi, Cdp venture capital ha destinato 20 milioni di euro a 30 start up o Pmi innovative dell’agritech. Il comparto – complici le risorse stanziate dal Pnrr – esercita un forte appeal su Cassa depositi e prestiti, che ha sempre avuto una predilezione per l’agroalimentare italiano, sostenuto attraverso operazioni dirette e indirette (il credito agevolato, in particolare, rappresenta uno dei principali strumenti operativi attivabili dalla controllata dell’Economia per il comparto agricolo).

Oltre ai tradizionali contratti di filiera (che sull’orizzonte 2021-2026 potranno beneficiare dei circa 1,2 miliardi dedicati dal Fondo complementare al Pnrr), il Recovery Plan ha destinato una quota di 320 milioni di euro ad un centro nazionale di ricerca per le tecnologie dell’agricoltura (la quota rientra nel monte risorse da 1,6 miliardi di euro a disposizione di cinque centri nazionali specializzati su tematiche diverse). Cdp ha aderito in qualità di advisory tramite la sua Fondazione al progetto promosso dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e che sarà realizzato da una Fondazione di diritto privato con ruolo complementare all’investimento europeo.

Fonte: Il Sole 24 Ore