
Così la Cina punta a raddoppiare il Pil pro capite in dieci anni
Mentre la Cina si gode gli scampoli di una Golden Week da record, i massimi vertici del partito si preparano a lavorare sodo per la grande kermesse del Quarto Plenum. Alla Plenaria del XX Comitato centrale del Partito comunista cinese, in calendario dal 20 al 23 ottobre, spetta di formulare pareri sul Piano quinquennale 2026-30, lo strumento di pianificazione che sarà approvato dal Parlamento.
Il leit motiv strategico del prossimo Piano, l’ha ricordato il presidente Xi Jinping nel suo ultimo discorso, è ancora e sempre la modernizzazione socialista della Cina che richiederà un duro lavoro per poter arrivare al raddoppio del Pil pro capite, a fine 2024 era di 13.400, dovrà arrivare fino a 30mila dollari tra un decennio, sempre che viaggi al ritmo di crescita del 4,5% nel quinquennio. Per la cronaca, l’ufficio politico del Comitato centrale ha coperto una casella rimasta vuota con la caduta di Liu Jianchao, il suo posto a capo del dipartimento internazionale del partito sarà occupato da Liu Haixing, mentre altri giovani leader crescono, come Liu Xiaotao, capo del partito a Suzhou, distretto cruciale per le aziende italiane, nominato anche numero due della provincia dello Jiangsu.
In questi giorni con l’apertura a Shanghai dell’hub per lo yuan digitale e la creazione del dipartimento per la lotta al debito la Cina ha aggiunto nuove riforme che trovano la loro ragion d’essere nel Piano in scadenza – internazionalizzazione del renminbi e controllo del debito degli enti locali.
Ma i due risultati più evidenti prodotti sono stati l’integrazione delle filiere in Asia, Africa, America Latina rafforzati dagli accordi con le agenzie doganali al quale si aggiunge l’incremento della produzione di qualità, specie in campo tecnologico, teorizzata dal piano Made in China 2025. Un altro elemento chiave introdotto dal 14esimo Piano è la cosiddetta doppia circolazione – apertura al business e resilienza interna – che si basa su autosufficienza scientifica e tecnologica, nuova urbanizzazione e sviluppo verde, temi che saranno riproposti nel 15esimo Piano.
Tutto ciò ha permesso l’aumento costante dei beni high tech nel paniere delle esportazioni della Cina, fino al 18,2% del totale delle esportazioni nel 2024. Perché la Cina ha imparato a colmare le lacune nei segmenti a valore più elevato, ad esempio semiconduttori, circuiti integrati, apparecchiature per le telecomunicazioni e macchine per l’elaborazione dati, anche sotto la pressione di elementi esterni.
Fonte: Il Sole 24 Ore