Così una connessione internet veloce e stabile aiuta lo sviluppo delle aziende dell’agrifood
“Varvello – L’Aceto Reale” è una pmi da 18 milioni di euro di fatturato che produce aceto (di vino, di mele, di riso e glasse balsamiche). Si trova a La Loggia, paese di nemmeno novemila abitanti a Sud di Torino. Un’area periferica non cablata. «Per noi la connessione veloce è fondamentale – dice Davide Varvello, amministratore delegato dell’azienda -. Non solo per operare in tutto il mondo: questione dirimente, dato che esportiamo il 70% della nostra produzione. Abbiamo la necessità di far funzionare tutti i nostri macchinari, connessi alla rete, da remoto. L’unica soluzione era un’antenna wireless».
In un’Italia dove tante zone del territorio non sono ancora raggiunte dalla fibra ottica, questa impresa è solo una tra le tante del settore food che, situate in aree rurali o di montagna, hanno scommesso su nuove tecnologie, per garantirsi prospettive di sviluppo. Tecnologie come Fixed wireless access che copre i territori garantendo la stessa velocità e stabilità della banda ultra larga. E permette con un ponte radio di coprire 70 chilometri in linea d’area. Gli effetti li spiega Simone Bigotti, amministratore delegato di BBBell operatore multiregionale di Torino che tra Piemonte e Liguria dispone di 850 postazioni e serve 11mila aziende, delle quali circa il 20% operano nel settore alimentare.
«La tecnologia – dice Bigotti – è difficilmente applicabile nei grandi centri urbani, perché ci sono ostacoli costituiti da grandi edifici. Si presta invece, dal piccolo esercizio commerciale alla grande azienda, per coprire tutti i piccoli agglomerati non cablati. E dove ci sono due tecnologie possono essere abbinate in modo che l’una faccia da back up all’altra». Possibilità che esiste da quando, nel 2005, con il cosiddetto decreto Landolfi è stato liberalizzato il mercato per ampliare la possibilità di connettersi alla rete. Con la corsa alla digitalizzazione, anche per tante piccole imprese del food collocate in aree periferiche, la connessione veloce (e stabile) è diventata indispensabile.
Lo è ad esempio per Cantine Coppo, storica azienda vinicola (è nata nel 1892) di Canelli, in provincia di Asti. Una cittadina dove, come spiega Rossano Savoia, amministratore delegato, il cablaggio non è sufficiente a rispondere a tutte le necessità operative. Anche questa piccola impresa (30 dipendenti, ricavi per 6,5 milioni di euro, una produzione di 500 mila bottiglie all’anno) ha ripiegato sull’antenna per garantirsi la connessione alla rete. «Per noi potenza e stabilità fanno davvero la differenza: esportiamo il 70% della produzione, dobbiamo sempre inviare una grande mole di dati, fare webinar e video call per ampliare il nostro mercato – dice Savoia -. Adesso abbiamo rafforzato la nostra operatività, dotandoci anche di un centralino virtuale via cloud che ci consente di raggiungere tutti come se fossero presenti in azienda».
Gli stessi problemi li aveva riscontrati Paolo Boeri, ai vertici di Olio Roi, azienda familiare di Badalucco, in provincia di Imperia, con 25 dipendenti e un fatturato di 7,5 milioni. Badalucco, 1.100 abitanti, è in montagna, nella Valle Argentina. Questa piccola impresa, che produce principalmente olio extravergine di oliva, esporta in 60 Paesi del mondo. «La connessione veloce era per noi imprescindibile – racconta Boeri – e ci ha dato una forte spinta».
Fonte: Il Sole 24 Ore