
Costruzioni, cresce l’occupazione anche se frenano gli investimenti
Cresce l’occupazione, con un aumento di 156mila addetti su base annua (+5%) che porta il totale a 3,3 milioni di occupati. Dopo tre anni di forte espansione, che ha consentito di recuperare e superare i livelli precrisi del 2008, il valore complessivo della produzione registra però una lieve flessione, attestandosi a quota 643 miliardi di euro (-1,7% in termini reali rispetto al 2023). È quanto emerge dal Rapporto Federcostruzioni 2024, presentato a Saie Bari. Il comparto delle costruzioni continua a rappresentare, insomma, uno dei motori principali dell’economia italiana.
Bene legno, marmo e prodotti in ceramica
La filiera conferma la sua forte vocazione all’export, con esportazioni che raggiungono 64,6 miliardi di euro, generando un surplus della bilancia commerciale di 33,4 miliardi. I settori più dinamici sui mercati esteri sono: materiali in legno e marmo, prodotti in ceramica, laterizi (22,7 miliardi), produzioni meccaniche e macchine per costruzioni (15 miliardi), servizi di ingegneria e architettura (11,3 miliardi).
Cresce la filiera della progettazione
Per quanto riguarda le singole filiere produttive, nel 2024 cresce la filiera della progettazione e dei servizi innovativi, che raggiunge 154,5 miliardi di euro (+7,6% rispetto al 2023), consolidando il trend positivo degli ultimi anni. In leggero calo invece altri comparti: la filiera delle costruzioni edili ed infrastrutturali, che rappresenta il 51,4% del sistema con 330,3 miliardi di euro, registra una flessione del -5,3%; la filiera dei materiali per le costruzioni scende a 112,7 miliardi (-2,3%), mentre la filiera delle tecnologie, dei macchinari e degli impianti per l’edilizia si attesta a 45,6 miliardi (-1,6%).
Le prospettive per il 2025
Cosa aspettarsi per fine 2025? A sostenere la filiera nel prossimo futuro sarà soprattutto la realizzazione dei lavori legati ai progetti Pnrr la cui conclusione è prevista per il 2026. Finora la spesa Pnrr ha raggiunto 74,3 miliardi di euro (con il 52% riconducibile a interventi di interesse per le costruzioni), mentre la spesa per investimenti degli enti locali è cresciuta del +16,3 per cento. Per il sistema delle costruzioni nel complesso è attesa una flessione in termini reali del -4,6% rispetto al 2024. Per le costruzioni in senso stretto, Ance stima un calo del 7% degli investimenti su base annua, legato soprattutto al ridimensionamento della manutenzione straordinaria abitativa per l’abbattimento delle aliquote fiscali.
Brancaccio: «Le emergenze sono la casa e il dissesto idrogeologico»
«La filiera delle costruzioni ha dato prova in questi anni di saper affrontare sfide inimmaginabili per un tessuto industriale che ha dovuto reinventarsi dopo essere stato falcidiato dalla crisi. Oggi le imprese sono più solide finanziariamente e più innovative grazie soprattutto al Pnrr che ha permesso un salto di qualità al Paese. Ma ci troviamo di fronte a emergenze sociali che chiedono risposte immediate: la casa e il rischio idrogeologico. Sfide a cui la filiera delle costruzioni può contribuire per dare una risposta a giovani e famiglie in difficoltà», dice Federica Brancaccio, presidente Ance.
Fonte: Il Sole 24 Ore