Cresce l’elettrico nei city bus, Iveco presenta il minibus Daily di Suzzara

Cresce l’elettrico nei city bus, Iveco presenta il minibus Daily di Suzzara

Iveco Bus spinge sull’acceleratore e presenta due nuovi modelli ad alimentazione elettrica destinati al traffico cittadino e suburbano. Nel pieno del deal che vede in campo gli indiani di Tata Motors per l’acquisizione dell’asset industriale controllato da Exor, la divisione Bus del Gruppo lavora sulle motorizzazioni a zero impatto, presentate al Busworld Europe 2025 in corso a Bruxelles, e scommette sulla futura sinergia con il produttore indiano che sul mercato europeo non è direttamente presente.

«Il mercato dei bus è meno legato alle alimentazioni a gasolio rispetto ai mezzi commerciali – sottolinea Claudio Pasterini da gennaio alla guida della divisione Bus del Gruppo – e se prendiamo il mercato bus e coach europeo, nel 2024 è cresciuto del 16% sul 2023 e del 4% quest’anno. Uno dei driver principali è il boom che stiamo vedendo nel segmento elettrico dei bus urbani. L’anno scorso è cresciuto del 22% e quest’anno del 53%».

Un anno fa ad esempio, il 45% delle immatricolazioni di city bus sempre in Europa (senza Uk) ed è salito al 59% nel corso del 2025, con un dato aggiornato al mese di agosto. «C’è un’accelerazione importante del segmento elettrico urbano che sta aiutando l’industria dell’autobus a crescere e nel settore è quello più avanti nel processo di elettrificazione». Se si considera l’intero comparto dei bus, dunque anche i turistici e i bus per le lunghe distanze, la quota di elettrico è del 25%, sopra il mercato auto, che si aggira sul 17% in Europa, e sopra le percentuali ad una cifra del mercato dei veicoli commerciali.

Due anni fa, anche sulla spinta del Pnrr e del rinnovo del parco bus in Italia, Iveco ha allestito un sito di assemblaggio a Foggia – qui Iveco ha un importante fabbrica di motori – dove nell’intero periodo sono stati integrati circa 2mila bus, tutti modelli a zero o a basse emissioni con un focus su segmenti City e Intercity.

Fonte: Il Sole 24 Ore