Crisi del Mar Rosso, a rischio 5,5 miliardi di export agroalimentare

Dopo l’anno più florido per l’export (64 miliardi di euro, con una crescita del 6% sul 2022), lo sconvolgimento degli equilibri commerciali provocato dalla crisi nel Mar Rosso rischia di impattare pesantemente anche sull’agroalimentare.

L’allungamento delle rotte verso l’Asia e l’incremento dei noli ipotecano un mercato da 5,5 miliardi di export, di cui circa il 90% veicolato via mare. Una spirale che coinvolge tutti i comparti: dal vino (che solo con la Cina vale 112 milioni), alla pasta e prodotti da forno (per un valore da 800 milioni), passando per i dolci (400 milioni) (fonte Coldiretti).

L’ortofrutta è il settore più esposto, per le criticità legate alla cosiddetta shelf life, ma l’allarme è già scattato anche nei comparti al riparo dal rischio deperibilità, come le conserve. Mediamente – commenta Cso – l’Italia destina 230mila tonnellate di ortofrutta al Medio Oriente e al Sud-Est asiatico, che in valore rappresentano, complessivamente, oltre 300 milioni di euro.

L’allungamento del tempo di transito di venti giorni (le merci sono oggi costrette a circumnavigare l’Africa) determina inoltre una sovrapposizione con le produzioni primaverili dei luoghi cui sono destinati i prodotti ortofrutticoli, criticità che hanno indotto molti operatori soprattutto di mele, arance e kiwi a rinunciare a questi mercati.
«Il danno economico per le nostre cooperative è indubbio», dice Carlo Piccinini, presidente Confcooperative Fedagripesca. «A oggi abbiamo perso 4-5 container, ovvero 100 tonnellate di prodotto a settimana, che devono trovare necessariamente uno sbocco in Europa», racconta Mauro Laghi, direttore generale di Alegra, gruppo che coordina circa tremila cooperative e imprese agricole italiane da Nord a Sud del Paese, con un fatturato consolidato nel 2022 di 184 milioni di euro.

Essendo la dinamica comune a molti produttori europei, il rischio più immediato è che il mancato sbocco verso Oriente – i Paesi Ue esportano verso Medio ed Estremo Oriente circa 1,4 milioni di tonnellate di ortofrutta l’anno – generi un surplus di offerta sul mercato interno. In sofferenza anche le conserve ittiche, che scontano anche un problema a monte.

Fonte: Il Sole 24 Ore