
Crisi d’impresa, raddoppiano le composizioni negoziate nell’ultimo semestre
Quanto ai settori più interessati dalla crisi – e quindi dal ricorso alla composizione – sono relativi alle imprese dei servizi e della manifattura e, tra queste le aziende per le quali la composizione negoziata si è conclusa positivamente risultano più grandi di quelle che hanno registrato un esito negativo, sia in termini di lavoratori (53,4 contro 27,5 in media) sia di attivo di bilancio (33 milioni contro 9 milioni di media).
La questione pmi
A pesare sulle piccole e micro imprese, secondo il report di Unioncamere, sarebbe la minore cultura finanziaria e della prevenzione delle crisi, advisor meno specializzati, e l’assenza degli “adeguati assetti”, oltre alla non adeguata attenzione degli intermediari finanziari nei riguardi dei piccoli debitori.
A questo proposito il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ritiene che si debba «operare affinché anche le imprese più piccole possano cogliere maggiormente le opportunità fornite dalla composizione negoziata. Per questo occorre anche far crescere la cultura finanziaria delle Pmi».
Oltre alle maggiori dimensioni, le imprese che portano a termine con successo la composizione negoziata hanno affrontato la crisi dell’impresa con modalità più tempestive: il 30,5% delle imprese in sofferenza dal mese precedente alla presentazione dell’istanza ha esito favorevole a fronte dell’11,5% di quelle in difficoltà economica da cinque anni.
La maggior parte delle chiusure positive si registra nelle regioni del settentrione (23,9%) rispetto a quelle del Centro (17,4%) e del meridione (17,9%). In crescita, comunque, il tasso di successo nelle regioni del Sud, passato dal 12,5% del maggio dello scorso anno al 17,9% del mese appena terminato.
Fonte: Il Sole 24 Ore