crisi per il leader delle chiusure auto

crisi per il leader delle chiusure auto

Effetti collaterali. Le sanzioni contro Pechino, inasprite dal confronto geopolitico con Washington, finiscono per colpire l’occupazione in Germania. Il tribunale distrettuale di Wuppertal ha avviato la procedura di insolvenza per Kiekert AG e Kiekert Holding GmbH, le due principali società operative del gruppo tedesco specializzato in sistemi di chiusura per auto. Gli stipendi dei 700 dipendenti in Germania sono garantiti fino a novembre da un fondo statale, ma resta aperto l’interrogativo sulla continuità occupazionale. In totale, Kiekert impiega circa 4.500 persone in 11 sedi nel mondo, con un fatturato annuo vicino agli 800 milioni di euro.

Il gruppo

La società, fondata nel 1857 e leader nel settore, detiene una quota di mercato di circa il 21% e rifornisce oltre cento marchi automobilistici, con sistemi di chiusura, dichiara, presenti su un terzo delle vetture prodotte a livello mondiale. Oggi, tuttavia, è a rischio una filiera che va ben oltre i confini tedeschi.

Il socio cinese

Il ceo Jérôme Debreu ha individuato nelle difficoltà dell’azionista cinese North Lingyun Industrial Group le ragioni dell’insolvenza. Di fatto le sanzioni Usa hanno isolato Kiekert dai mercati finanziari: banche e fondi hanno chiuso i rubinetti, le agenzie di rating hanno declassato il gruppo e alcuni clienti americani hanno ritirato gli ordini. La beffa sta nel fatto che solo il 4% delle vendite di Kiekert dipende dal mercato cinese, mentre il 96% del business è concentrato in Europa, Nord America, Giappone e Corea.

La dipendenza dall’azionista cinese è frutto dell’acquisizione del 2012, quando Lingyun rileva la società da BlueBay, Silver Point, Morgan Stanley e Nibc. L’obiettivo era accedere alle tecnologie tedesche, rafforzare il posizionamento globale e colmare il gap tecnologico con i concorrenti occidentali. Dopo dodici anni, quell’operazione si rivela una trappola per i tedeschi: il trasferimento di know-how ha favorito l’azionista, ma oggi Kiekert paga le conseguenze del confronto tra potenze economiche. «L’uscita dell’azionista è cruciale per garantire la continuità dell’attività», ha ribadito Debreu, mentre la società collabora con il curatore per definire un piano di ristrutturazione sostenibile.

Fonte: Il Sole 24 Ore