Criticità e potenzialità della Coppa America a Napoli: l’analisi

Criticità e potenzialità della Coppa America a Napoli: l’analisi

Nel corso della puntata 883 di un talk show online fra i più seguiti negli Stati Uniti quando si parla di vela d’altissimo livello, Sailing Illustrated, condotto da Tom Ehman — figura chiave dell’America’s Cup, già braccio destro di Larry Ellison e protagonista delle campagne a budget illimitato di Oracle Racing e del Golden Gate Yacht Club — la discussione sulla storia del trofeo si è rapidamente trasformata in un’analisi serrata sul presente e sul futuro della competizione. E soprattutto sulla delicata sfida rappresentata dalla sua edizione italiana a Napoli.

Gli ospiti erano Margherita Marshall (nata Bottini) e John Knox Marshall, una coppia che conosce la Coppa America da oltre quarant’anni, da prospettive diverse e complementari. Lei, reporter e fotografa delle campagne italiane fin dai tempi di Azzurra e Il Moro di Venezia, ha seguito da vicino la nascita e lo sviluppo di Luna Rossa e ha affiancato Vincenzo Onorato su Mascalzone Latino a Valencia. Lui, ingegnere e velista di alto livello, tre volte vincitore della Coppa — una da membro dell’equipaggio e due da responsabile tecnico — è membro della America’s Cup Hall of Fame, istituzione che celebra chi ha contribuito in modo eccezionale alla storia del trofeo. Due voci che uniscono competenza tecnica, memoria storica e indipendenza di giudizio.

Entrambi soci del New York Yacht Club, il club che ha detenuto la Coppa per 132 anni e ne ha forgiato la tradizione, portano una visione di ampio respiro e una credibilità difficilmente eguagliabile. È anche per questo che ciò che è nato come un dialogo celebrativo si è trasformato, nel corso dell’episodio 883 della trasmissione, in un esame articolato e senza sconti sulla prossima America’s Cup di Napoli, sulle sue criticità e sulle opportunità che potrebbe offrire.

Un dialogo che ha acceso un faro

Il primo nodo è Bagnoli. Bottini lo definisce, senza esitazioni, molto diversamente dalle cronache recenti: «La soluzione che vedremo a Napoli sarà provvisoria. Bagnoli è un’area seriamente inquinata, con un passato industriale che richiede lavori enormi. È un sogno che dura da trent’anni». Un colpo diretto al cuore della narrativa ufficiale. I rendering non cancellano la realtà: terreni non completamente bonificati, cantieri che avanzano a rilento, infrastrutture ancora da costruire.

Fonte: Il Sole 24 Ore