Crosetto: «Valutare ritiro Unifil o nuova presenza Onu. Ruolo delle Nazioni Unite serve anche a Gaza e in Ucraina»

Crosetto: «Valutare ritiro Unifil o nuova presenza Onu. Ruolo delle Nazioni Unite serve anche a Gaza e in Ucraina»

«Cordiale e costruttivo incontro con il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le Operazioni di Pace, Lacroix. Al centro del dialogo, il ruolo essenziale delle Nazioni Unite nell’attuale scenario internazionale e la necessità di un multilateralismo rinnovato, capace di rafforzare l’efficacia delle missioni di pace e delle iniziative di stabilizzazione. La missione Unifil rappresenta un pilastro fondamentale per la stabilità e la sicurezza dell’intero Medio Oriente. Occorre pertanto valutare con attenzione modalità e tempi di un eventuale ritiro o, in alternativa, la possibilità di assicurare una nuova e solida presenza internazionale che ne raccolga l’eredità e ne garantisca la continuità». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto su X.

Il ministro della Difesa: «Ruolo delle Nazioni Unite serve anche a Gaza e in Ucraina»

Quanto poi alla Striscia, ha aggiunto il responsabile della Difesa, «l’auspicabile presenza delle Nazioni Unite anche a Gaza costituirebbe una delle più importanti opportunità per promuovere pace, dialogo e sicurezza duratura nella regione. L’Italia conferma il proprio fermo sostegno all’Onu, foro privilegiato per la risoluzione pacifica delle controversie internazionali e unica vera alternativa all’instabilità e alla guerra». «Il multilateralismo – ha proseguito Crosetto- resta la chiave per un ordine internazionale più stabile, giusto e sicuro, e rende oggi ancora più evidente la necessità di un ruolo attivo delle Nazioni Unite anche nella crisi in Ucraina, dove la comunità internazionale avrebbe bisogno di un segno tangibile di unità e responsabilità condivisa. L’#Italia continuerà a garantire il proprio contributo qualificato alle missioni di pace, a beneficio della sicurezza globale e della stabilità internazionale».

L’ultima proroga della missione

Il mandato della missione è stato prorogato ad agosto per un’ultima volta fino al 31 dicembre 2026, con un ulteriore anno (2027) per completare il ritiro del personale. La decisione è stata influenzata dalla pressione di Israele e Stati Uniti per la chiusura della missione, nella convinzione che l’esercito libanese debba assumersi maggiori responsabilità nella sicurezza e nel disarmo di Hezbollah nel sud del Paese.

Fonte: Il Sole 24 Ore