
CsC: incertezza e dazi frenano export e investimenti. Rischi per l’industria, che stava recuperando
Per quanto riguarda i servizi l’andamento è incerto: prosegue la crescita del turismo nei primi mesi 2025 (+6,7% annuo a febbraio la spesa degli stranieri) mentre sono negative le indicazioni sul fatturato del primo trimestre. Per il secondo trimestre, c’è moderata espansione, ma la fiducia delle imprese in caduta. Indicazioni miste anche per i consumi: la crescita dell’occupazione fornisce slancio al reddito reale delle famiglie a inizio 2025, ma il calo della fiducia a marzo-aprile potrebbe preludere ad un aumento della propensione al risparmio. Le vendite al dettaglio di sono ridotte mel primo trimestre, -0,5%, mentre le immatricolazioni di auto in Italia sono in lieve recupero, +2,7% annuo ad aprile.
L’export di beni era in risalita a inizio 2025, +4,6% in valore nel primo trimestre rispetto al quarto del 2024. Cresce però anche l’import, tanto che il contributo netto del primo trimestre è negativo. Positivo l’andamento nella Ue. grazie ad una ripresa della Germania, e negli Usa a marzo per anticipare i dazi, (+11,8% nel primo trimestre). Gli ordini del PMI globale volgono però in negativo.
Nella Ue l’inizio del 2025 il pil è cresciuto a +0,3, con la Spagna in testa, +0,6 per cento. Ad aprile i PMI manifatturieri restano sotto la soglia di espansione, ma sono in risalita in Germania e Francia, calano in Spagna. Indicano una frenata nei servizi e si deteriora la fiducia.
Usa: cala il pil, l’economia regge
Il Pil degli Stati Uniti nel 1° trimestre è sceso di -0,1%, come risultato di una frenata dei consumi (+0,3% il contributo, da +0,7%), una tenuta degli investimenti (+0,3%), una forte accumulazione di scorte (+0,6%) e un brusco calo della domanda estera netta (-1,2%) e anche della spesa pubblica (-0,1%). In aprile, ferma la produzione industriale (dopo +1,4% nel 1° trimestre), ma buona la dinamica degli occupati (+177 mila unità, oltre la soglia espansiva). La Cina cresce: +5,4% nel primo trimestre, su spinta di manifattura e costruzioni.
Il focus sull’economia spagnola
Congiuntura Flash dedica un focus all’economia spagnola: il livello del pil è ancora distante dall’Italia, 580 miliardi di euro in meno, ma da anni registra una maggiore crescita: nel 2014-2019 in media +1,6% all’anno, l’Italia +0,8 per cento. Nel 2023 e nel 2024 +2,7 e +3,2, l’Italia +0,7 per cento. Osservando il 2024 la domanda è stata trainata dai consumi, +2,9%, e dagli investimenti, +3,0 per cento. Cresciuti anche import ed export. Contribuiscono tutti i settori: nel 2024 +2,7 l’industria (in termini di valore aggiunto), +2,1 le costruzioni, +2,1%, i servizi, +3,9 per cento. L’immigrazione ha contribuito per buona parte all’aumento di occupati. La crescita ha ridotto deficit e debito e nel 2025 la politica fiscale spagnola si configura espansiva, a sostenere la crescita. Il pil nel primo trimestre è stato positivo. Bene tutti i settori, anche l’industria. La Spagna è il quarto mercato per i beni italiani, la sua crescita ha un effetto positivo per la nostra economia.
Fonte: Il Sole 24 Ore