Da Bologna a Cremona, ecco i territori più vicini ai goal dell’Agenda 2030

Da Bologna a Cremona, ecco i territori più vicini ai goal dell’Agenda 2030

Ad esempio, Bologna risulta la più vicina al raggiungimento del Goal sull’«Istruzione di qualità» che, tra gli altri target, si propone di ridurre al di sotto della quota del 9% l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (solo il 19% ha un titolo di studio inferiore alla terza media tra i 25 e i 49 anni) oppure di raggiungere la quota del 50% dei laureati (che già supera il 46% tra i 25 e 39 anni).

Milano, invece, si distingue nel Goal 8 «Lavoro dignitoso e crescita economica» che, tra gli altri obiettivi, si propone di raggiungere la quota del 78% del tasso di occupazione entro il 2030 (qui il tasso è già al 76,5%). Più “vicina” ai target 1 e 10, invece, è Cremona, dove si registra una bassa emigrazione ospedaliera, solo il 6% dei pensionati riceve assegni di basso importo (contro una media del 9,1% a livello nazionale) e l’inflazione annua rilevata è la più contenuta: l’obiettivo si propone di ridurre del 16% il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale rispetto al 2020 e ridurre le disuguaglianze del reddito netto.

Infine, tra le altre analisi verticali presentate in pagina, Verbano-Cusio Ossola, La Spezia e Varese si distinguono nel Goal 11 sulle «Città e comunità sostenibili» e Oristano nel target 16 «Pace, giustizia e istituzioni solide» soprattutto grazie al basso tasso di criminalità denunciata.

«La territorializzazione dei vari obiettivi – aggiunge Stefanini di Asvis – consente di capire meglio come si fa a raggiungerli davvero. In Sicilia i problemi legati al riscaldamento climatico sono diversi che in Friuli. Certe sfide, come quella sanitaria, vanno affrontate in modo diverso nelle aree metropolitane rispetto che nelle aree interne. Poter misurare, con parametri oggettivi e con una metrica riconoscibile, i passi fatti e quelli che mancano è importante».

In conclusione l’analisi mette in luce le disuguaglianze territoriali che ci sono nel nostro Paese ma anche alcune buone pratiche. «Per questo è importante unire i puntini e mettere in collegamento le buone esperienze fatte, per replicarle altrove, adattandole ad altre realtà», conclude il presidente di Asvis.

Fonte: Il Sole 24 Ore