
Da Generali a Unipol, gli assicurativi chiedono 330 euro al mese in più e un’ora di lavoro in meno a settimana
Nei prossimi mesi, oltre alle grandi operazioni societarie, le compagnie assicurative, da Generali ad Allianz, Zurich, fino a Unipol (che continua ad applicare il contratto Ania pur essendo uscita dall’associazione) dovranno trovare il modo di chiudere il rinnovo del contratto collettivo nazionale lavoro dei 48mila dipendenti che è scaduto alla fine del 2024. I sindacati (First, Uilca, Fisac, Fna e Snfia) hanno definito una piattaforma rivendicativa dove, per la vigenza contrattuale 2025-2027, chiedono un aumento mensile di 330 euro per la figura media, ossia il quarto livello, settima classe. A questo si aggiunga che i sindacati chiedono l’aumento di un’analoga percentuale a quella dell’aumento dei minimi di tutte quelle voci economiche di natura indennitaria o modali previste dalla normativa del contratto, ad esclusione delle voci dove le richieste della piattaforma sono superiori. Sull’assistenza sanitaria, inoltre, nella piattaforma i sindacati chiedono l’adeguamento di tutti i massimali nella stessa percentuale degli aumenti previsti per le tabelle economiche e un aggiornamento delle prestazioni alla luce del progresso della medicina ufficiale e degli strumenti diagnostici.
Il recupero del divario
Nel documento i sindacati scrivono che «negli ultimi anni, il comparto assicurativo ha raggiunto altissimi livelli di redditività, ha accelerato i processi di digitalizzazione e ha visto una crescente rilevanza nel sistema economico nazionale, anche in relazione alla gestione dei rischi sistemici, alla previdenza complementare e alla protezione dei cittadini. Tuttavia, a fronte di questo andamento positivo, le lavoratrici e i lavoratori del settore non hanno beneficiato di un corrispettivo riconoscimento economico, in grado di riflettere il valore della loro attività, il crescente impegno richiesto e l’aumento del costo della vita». La richiesta economica vuole colmare questo divario in una fase caratterizzata da inflazione persistente, erosione del potere d’acquisto e aumento generalizzato del costo della vita.
La riduzione dell’orario di lavoro
Alla richiesta economica si affianca anche la richiesta di riduzione oraria di un’ora alla settimana, ferma restando la distribuzione dell’orario su 5 giorni, dal momento che, scrivono i sindacati, «si va sempre più affermando nei Paesi avanzati, un modello organizzativo aziendale in cui la riduzione dell’orario di lavoro è un elemento centrale della contrattazione non solo per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro, ma anche come importante fattore anticipatore dell’impatto che potrà avere l’introduzione dell’IA nei processi aziendali. In questo rinnovo contrattuale, il nostro settore non può prescindere da una seria riflessione sul tema», anche nell’ottica di garantire i livelli occupazionali di settore e migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il miglioramento per i contact center
Oltre al riconoscimento economico che è il cuore della piattaforma sindacale che a breve arriverà all’Ania per definire un’agenda negoziale, ci sono numerosi altri capitoli che prospettano un miglioramento delle condizioni dei lavoratori e una maggiore equità tra i lavoratori del settore. Per i contact center, per esempio, c’è la richiesta di portare a compimento l’equiparazione economica al 3° livello amministrativo dell’operation – oggi c’è una differenza del 5% -, ma anche il potenziamento delle tabelle con l’equiparazione delle classi di anzianità alla tabella degli operation (da 7 a 12 classi), o il potenziamento della retribuzione dei coordinatori di team con il riconoscimento del 5° livello economico.
L’appalto e il contratto unico
Inoltre per l’appalto i sindacati chiedono ad Ania di attivarsi congiuntamente presso tutte le autorità competenti e le associazioni degli Agenti, per avviare un confronto finalizzato a creare un unico contratto nazionale valido per tutti coloro che lavorano nelle agenzie in gestione libera. Per questo serve però l’impegno delle compagnie, affinché nei futuri mandati agenziali sia previsto l’obbligo per gli agenti di applicare per i propri dipendenti un contratto nazionale sottoscritto dai sindacati firmatari del contratto Ania e cioè First, Fisac, Uilca, Fna e Snfia. Un ulteriore elemento migliorativo è la richiesta di armonizzazione dei contratti Ex Aisa e Ania, in linea con il percorso iniziato nel 2018 e proseguito nel 2022, che rientra in una richiesta più complessiva di unificazione dei diversi contratti applicati ai lavoratori del settore, in considerazione del fatto che i lavoratori delle società di assistenza che pur con la peculiarità del lavoro su turni 24 ore per gli addetti alle Centrali Operative, svolgono un lavoro in tutto e per tutto assimilabile a quello di chi lavora nelle direzioni a cui viene applicato il contratto Ania.
Fonte: Il Sole 24 Ore