Da Parma alla Versilia, gli Appennini a due ruote sulla via Francigena

Superata la piccola Pieve di Bardone, il cammino si ricongiunge alla Strada statale della Cisa. Malgrado sia una statale, la strada è poco trafficata. Da quando, nel 1975, è stata aperta l’Autostrada della Cisa, il traffico dei veicoli a motore passa tutto in basso, sull’autostrada.

Le statue stele di Pontremoli

La Statale è oggi un’arteria con pochissimo transito, quasi un eldorado per i cicloturisti, che possono pedalare in pace, godendosi i panorami dell’Appennino sul versante parmense e, dopo il valico, su quello della Lunigiana, dove un manto boschivo ben preservato dà il benvenuto in una splendida discesa verso il mare.

Passato Montelungo con le sue terme di acque diuretiche, si entra a Pontremoli, “clavis et ianuae Tusciae”, chiave e porta della Toscana, come la definì Sigerico.

Il borgo, in posizione strategica alla confluenza del torrente Verde nel Magra, merita una visita. In alto il Castello del Piagnaro ospita il Museo delle Statue Stele, piccolo ma interessante. È esposta una collezione di stele della Lunigiana, statue antropomorfe scolpite in arenaria fra il quarto e il primo millennio a.C. Forme arcaiche, ma al tempo stesso modernissime. Con l’avvento del Cristianesimo furono considerate “idoli pagani”: molte furono distrutte, fatte a pezzi e reimpiegate come pietre da costruzione.

Prima di lasciare Pontremoli tappa allo storico Caffè degli Svizzeri, dal 1842 sotto i portici di Piazza della Repubblica, per assaggiare gli “Amor”, pasticcini di crema chantilly tra due cialde di wafer.

Fonte: Il Sole 24 Ore