
Da Vallortigara un thriller metafisico sulla capacità di consolidare i ricordi
Giorgio Vallortigara, neuroricercatore del Center for Minc/Brain sciences dell’Università di Trento oltre che divulgatore noto per il suo piglio originale, dopo aver pubblicato diversi saggi – l’ultimo è A spasso con il cane Luna (Adelphi) – torna in libreria con il suo primo romanzo: Desiderare (Marsilio, pagg. 240, euro 18), presentato in anteprima a Pordenonelegge.
Di che cosa parla?
La storia si svolge su un piano parallelo, c’è uno studioso, uno scienziato che ha lasciato la ricerca attiva per occuparsi di quei personaggi rimasti negli interstizi della scienza: sta scrivendo un romanzo su Douglas Spalding, vero scopritore dell’imprinting, anche se la scoperta viene attribuita a Konrad Lorenz. È una storia interessante la sua anche perché è stato dei tutore della famiglia Amberley, e in particolare del fratello maggiore di Bertrand Russell. Era anche l’amante della madre: Bertrand Russel lo menziona nell’autobiografia. Parla di Spalding come del darwiniano che studiava gli istinti delle galline ed era anche al corrente della relazione della madre con il tutore, che era approvata anche dal padre. Itzhak, questo il nome del protagonista, sta dunque scrivendo questo romanzo, che è una storia romantica e anche il racconto della sua vita in epoca vittoriana. Racconta ad esempio come scopre l’istinto lavorando nel giardino della villa degli Amberley, Nello stesso tempo sta anche cercando di capire le ragioni della scomparsa di un suo amico, Vittorio, morto suicida, uno scienziato che si occupava della memoria e dei periodi critici del cervello, cioè dello stesso tipo di fenomeno legato all’imprinting, il fatto cioè che organismi giovani hanno una fase in cui il cervello è superplastico e possono imparare con grande facilità qualsiasi cosa. L’amico voleva capire se era possibile ottenere questo cervello, che lui chiama “molle” in età adulta. Intorno a Itzhak ruotano altri amici e scienziati, per esempio un vicentino emigrato in Gran Bretagna, appassionato lettore di Meneghello, una figura di studioso molto ironico e disincantato, e poi un’altra figura ancora, Patrick de Gray, scienziato di grande successo che era il sodale collaboratore di Vittorio nei suoi studi sul cervello molle. Poi c’è una storia d’amore tra Itzhak e una giovane ex matematica che si chiama Sylvia.
È un thriller metafisico centrato sui temi della memoria e della possibilità di riconsolidare i ricordi, di evitare la loro cancellazione, oltre che sulla possibilità di avere anche in età adulta cervelli superplastici come quelli di un pulcino appena nato.
Come mai, dopo tanti saggi, ha deciso di scrivere un romanzo?
Fonte: Il Sole 24 Ore