
Dai civili e militari coinvolti alla missione da ricoprire: ecco come sarà l’esercito cyber dell’Italia
L’Italia si prepara a schierarsi nella trincea cibernetica della guerra ibrida anche con il supporto degli specialisti esterni, quelli capaci di fronteggiare gli hacker o di contrattaccare al loro stesso livello. Si cerca insomma di dare una risposta anche agli attacchi hacker, provenienti soprattutto dai pirati filorussi che sostengono il governo di Mosca, moltiplicatisi esponenzialmente dall’inizio della guerra in Ucraina. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ricordato che tutta l’Europa subisce continuamente attacchi informatici alle proprie infrastrutture senza poter però contrattaccare.
Mentre la Commissione europea, nell’alzare il velo sul piano da 6.800 miliardi in dieci anni e delineare la roadmap sulla Difesa, inserisce nella stessa area «la difesa aerea, la mobilità militare, i sistemi di artiglieria, il cyber, l’IA e la guerra elettronica, i missili e le munizioni, i droni e le misure anti-drone, i reparti di terra e di mare e gli strumenti strategici», il ministro della Difesa Guido Crosetto imposta quella che è la strategia del governo Meloni contro la minaccia cyber.
Crosetto: «Presto un esercito cyber da 1.500 unità»
In particolare, l’Italia avrà un esercito cyber per difendere un dominio, quello digitale, al pari di terra, mare, aria e spazio. «Dovrebbe partire una prima struttura che possa contare su 1.200-1.500 unità, in larga parte operative, ma l’obiettivo – ha spiegato in un videomessaggio diffuso a ComoLake – è arrivare a un organico più ampio, pienamente autonomo, capace di agire con efficacia su tutto lo spettro della minaccia. La dimensione cyber – ha sottolineato – è ormai il dominio operativo della sicurezza, insieme a terra, mare, aria e spazio. Difenderlo richiede capacità delicate, costanti e integrate. È qui che rende forma l’idea di una Arma cyber nazionale con una componente civile e militare in grado di operare 24 ore su 24, sette giorni su sette, 365 giorni l’anno».
Ricorso a competenze civili e militari
Secondo il ministro «questa forza deve unire competenze tecniche avanzate, intelligenza digitale, capacità di contrasto immediato e resilienza operativa». Per la difesa della dimensione cyber, ha continuato, «fondamentale sarà anche garantire tutele funzionali, percorsi di formazione continua per gli specialisti civili e militari, così da trattenere competenze e creare una struttura nazionale della sicurezza mondiale. Questa capacità – ha sottolineato – non può solo essere difensiva, deve essere anche una forma di deterrenza che comunichi all’esterno la prontezza di un Paese di proteggere la propria sovranità informativa. La tecnologia è la nostra nuova linea di difesa», ha concluso Crosetto.
Fonte: Il Sole 24 Ore