
Dai gamer agli esperti di calciomercato, chi comanda davvero sui social
Nel principio era la parola. Poi venne l’immagine, poi ancora i balletti su TikTok. E oggi a tenere il timone della comunicazione globale sono loro: gli influencer. Anzi, i “creator”, perché chiamarli solo influencer è riduttivo, ci spiega l’ultimo aggiornamento di Comscore, che fotografa la galassia social come un moderno telescopio Hubble. E ci mostra un universo popolato da papi e calciomercatari, gamer e ologrammi, tutti impegnati nella sacra missione dell’engagement.
In Italia, i social sono ancora terra di santi, poeti e premier, verrebbe da dire. Su Facebook, Instagram e X (ex Twitter, per chi è rimasto ai tempi pre Musk) regna Giorgia Meloni, che guida la carica degli engagement con piglio da influencer navigata. Appena sotto di lei, nella classifica dei like, c’è Papa Francesco che fino agli ultimi giorni prima della sua scomparsa ha continuato a generare interazioni degne di un frontman rock. Il tutto, beninteso, senza balletti né tutorial.
Ma se passiamo su TikTok e YouTube, il cielo cambia. Qui dominano outfit del giorno, reaction alle reazioni, meme su meme e risate di seconda mano. A guidare la carica degli influencer nostrani su Twitch ci sono i gamer: Gianmarco Tocco, Francesco Marzano e Dario Ferracci, nomi che magari ai più attempati diranno poco, ma che per milioni di under 30 sono più noti del capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il vero fenomeno, però, parla la lingua di Fabrizio Romano: il giornalista sportivo che ha trasformato il “Here we go” del calciomercato in un mantra globale. Romano non informa: profetizza. E lo fa con una potenza numerica che fa impallidire qualsiasi redazione: 475 milioni di interazioni solo ad aprile 2025. Più del triplo di Laro Benz, influencer americano famoso per i balletti, e quasi cinque volte gli ENHYPEN, la boyband coreana che in confronto ai BTS sembrano dei seminaristi.
Ma non di soli umani vivono i social. In questa nuova mitologia digitale, accanto agli dei in carne e ossa, si fanno largo le creature artificiali: le virtual influencer. Avatar generati dall’intelligenza artificiale, privi di corpo ma pieni di personalità, che parlano, vestono, consigliano e soprattutto non fanno scandali. Sono multitasking, ubiqui e perfettamente controllabili: insomma, il sogno proibito di ogni brand. Tra le star pixelate, spiccano l’americana Lil Miquela e la spagnola Aitana López: sembrano vere, ma non devono mangiare, dormire, né postare scuse in lacrime dopo un tweet infelice.
Fonte: Il Sole 24 Ore