Dai «miliardi per comprare missili e carri armati» ai militari di Strade sicure, è lite tra la Lega e Crosetto
Le dichiarazioni, probabilmente fomentate da un clima da campagna elettorale che in vista delle regionali di Campania, Puglia e Veneto si fa sempre più accentuato, sono quasi all’ordine del giorno. Così come sono all’ordine del giorno le “invasioni di campo” del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, o del suo partito, la Lega, su temi strettamente connessi alla difesa, materia quest’ultima di competenza del ministro Guido Crosetto, esponente di Fratelli d’Italia. Dal’opportunità di inpiegare risorse «per comprare missili e carri armati» ai militari impiegato nell’operazione “Strade sicure”, il pressing di Salvini è a tutto campo. Il leghista esprime posizioni che spesso si distanziano da quelle del ministro, suo alleato di governo.
Salvini: «Trovare miliardi per i missili non è la mia manovra»
Intervenuto a un evento organizzato dal suo partito a Bari in vista delle elezioni regionali, Salvini ha attaccato: «Dover fare delle leggi di bilancio dove dobbiamo trovare dei miliardi di euro per comprare missili, carri armati e sommergibili, non è la mia legge di bilancio. Per difendere i confini? Certamente, però il governo italiano dice che non esistono solo i confini a Est da difendere, il problema italiano non è l’invasione dei carri armati da Mosca, il problema italiano è l’invasione in corso da parte di un’orda di clandestini che poi ci portano problemi nelle nostre case, nelle nostre piazze». «Dobbiamo spendere dei soldi per la difesa? Sì – ha aggiunto -, e allora assumiamo dei carabinieri, mettiamo i militari sui treni, fuori dalle scuole dove vendono droga ai nostri figli. Lasciamo perdere il resto».
Il leader leghista sull’Ucraina: «Più armi inviamo più la guerra va avanti»
«Più armi produciamo e inviamo più la guerra va avanti, poi saranno Zelensky e Putin a decidere cosa faranno. Da ministro delle Infrastrutture non vedo l’ora di portare le aziende italiane in Ucraina per la ricostruzione. Ma posso ricostruire quando smettono di spararsi», ha detto Salvini.
Lo scontro sul futuro di “Strade sicure”
La posizione della Lega si distanza da quella del ministro Crosetto anche sul futuro di “Strade sicure”, l’operazione scattata nel 2008 che prevede l’impiego di personale militare delle Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica) per affiancare le Forze di Polizia in compiti di prevenzione della criminalità e controllo del territorio. Sono impegnati circa 6.800 militari in 58 città italiane. Strade sicure provoca “mal di pancia” che periodicamente affiorano sia tra le forze dell’ordine che tra quelle armate. Crosetto è intervenuto recentemente mettendo in evidenza la necessità di aumentare il personale della difesa in tempi in cui le sfide sul piano della sicurezza non mancano. «La legge 244», quella che fissa il limite sul personale della Difesa a 170mila unità, ha detto Crosetto, «dobbiamo buttarla via. Lo spirito con cui è nata è morto. Il personale va aumentato. Abbiamo bisogno di 30mila unità in più per la Difesa, dovremmo arrivare a 200mila unità». E in queste condizioni, è stato il ragionamento del ministro, cedere i 6.800 militari di Strade sicure è un lusso che il ministero non può permettersi. La posizione espressa da Crosetto è stata criticata dalla Lega. «Altro che tagliare i militari di “Strade sicure”, anzi: il contingente in strada andrebbe aumentato di almeno altre mille unità. Questo è un presidio di sicurezza prezioso per tutto il territorio italiano», ha affermato il vicecapogruppo vicario della Lega, Igor Iezzi.
In risoluzione Lega chiede più militari per “Strade sicure”
«La presenza dei militari dell’esercito italiano nelle nostre strade, a supporto delle forze dell’ordine, è un presidio di sicurezza, un baluardo contro la criminalità e una garanzia di risultati concreti. Per questo motivo ho presentato, insieme ai colleghi Carrà e Cecchetti, una risoluzione in commissione Difesa. Dobbiamo aumentare il numero dei militari del contingente “Strade sicure” per rafforzare i presidi nelle città, ai confini, nelle stazioni ferroviarie, nei siti e luoghi sensibili». L’annuncio è stato fatto dal capogruppo della Lega nella commissione Difesa della Camera, Eugenio Zoffili. La nota ha sottolineato che l’operazione usa «militari delle forze armate come agenti di pubblica sicurezza, in supporto alle forze dell’ordine, per presidiare territorio e città. Attualmente, 6.000 soldati operano in 58 province su circa 1.000 siti sensibili, mentre 800 gestiscono “Stazioni sicure”, con funzioni di deterrenza contro terrorismo, traffico di stupefacenti, immigrazione illegale e reati ambientali (come nella Terra dei fuochi in Campania)». Da qui la richiesta della Lega: «vista l’efficacia ottenuta, chiede di potenziare uomini e mezzi per “Strade sicure” e “Stazioni sicure”, alzando il livello di sicurezza per i cittadini. Cancellarle sarebbe un grave errore a scapito dei cittadini».
Fonte: Il Sole 24 Ore