Dai tax credit alle deduzioni, cambia la fruizione dei bonus

Dai tax credit alle deduzioni, cambia la fruizione dei bonus

Incentivi agli investimenti: il ritorno, dal 2026, alle deduzioni maggiorate nella dichiarazione dei redditi porterà ad allungare i tempi di recupero dell’agevolazione per le società in perdita. Con i crediti di imposta, in vigore fino a quest’anno, il bonus si spende nel modello F24 a prescindere dal risultato della dichiarazione.

Le agevolazioni per le imprese che investono in beni strumentali (ordinari o con caratteristiche 4.0 o ancora 5.0) sono passate negli anni da un sistema di maggiori deduzioni (investi 100, deduci 150) – come avveniva con le diverse “leggi Tremonti” e poi con il super e l’iper ammortamento – al meccanismo dei crediti di imposta da scomputare da tasse e contributi (investi 100, ti spetta un tax credit di 20) in vigore dal 2020. Con l’Ires premiale, nata e vissuta nel solo esercizio 2025, si è infine sperimentato il meccanismo della agevolazione d’aliquota (se investi, assumi e trattieni l’utile, paghi l’Ires al 20% anziché al 24%).

Ammortamenti e criticità

La manovra rilancia ora gli ammortamenti, ma i tre modelli, a parità di importo, hanno ricadute differenti sulle imprese a seconda che dichiarino o meno redditi imponibili elevati o comunque capienti. Le società che, anche per effetto dei costi derivanti dagli investimenti, evidenziano perdite fiscali o redditi modesti hanno difficoltà (o quanto meno richiedono tempi più lunghi) a utilizzare il sistema del super ammortamento, che si traduce in prima battuta in un aumento della perdita riportabile a nuovo. Ancor più penalizzante è, in questi casi, l’Ires premiale: chi chiuderà la dichiarazione del 2025 con un risultato zero o negativo non usufruirà né ora né mai dell’incentivo, dato che l’agevolazione di aliquota non è riportabile a nuovo.

Queste penalizzazioni non scattano invece se l’incentivo è costituito da un credito di imposta, che è subito monetizzabile, a prescindere dall’imponibile fiscale (positivo o negativo) evidenziato, per pagare imposte, ritenute, Iva e contributi. D’altro canto, i crediti di imposta si prestano più facilmente, rispetto alle deduzioni, a essere oggetto di fenomeni di evasione e frode.

Fonte: Il Sole 24 Ore