
Dal cibo alla longevità: la salute unica debutta a Osaka
La chiave per affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità, alla sicurezza alimentare e alla longevità? È un nuovo paradigma fondato sul concetto di “salute unica”, dove quella umana è fortemente interconnessa con quella animale e ambientale. Il tema è stato al centro del panel “One health – From food to longevity: scientific approaches to health and sustainability”. L’evento è stato promosso dal National biodiversity future center (Nbfc), il primo centro nazionale dedicato alla biodiversità, presieduto da Luigi Fiorentino, e dall’Università Sapienza di Roma all’interno del Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka. Nel corso della conferenza esperte ed esperti italiani e giapponesi si sono confrontati su scienza, diplomazia e sostenibilità e hanno esplorato il contributo della biodiversità e delle diete sostenibili alla salute e alla qualità della vita, in una visione integrata e globale. Come ha sottolineato l’ambasciatore Mario Vattani, Commissario generale per l’Italia all’Expo, l’incontro è avvenuto nell’ambito della settimana dell’esposizione universale dedicata a salute e benessere e ha visto le università italiane e giapponesi in prima linea.
Un nuovo paradigma
L’espressione “One Health”è stata introdotta poco più di vent’anni fa dal veterinario William B. Karesh per studiare l’epidemia di Ebola in Africa centrale che aveva colpito sia esseri umani che gruppi di gorilla. «Ma è stata soprattutto la pandemia del Covid 19 a proiettare questo concetto sul palcoscenico globale», dice Isabella Saggio,ordinaria di Genetica alla Sapienza e coordinatrice Spoke 7 del National Biodiversity Future Center che ha aperto i lavori della conferenza. «La nuova emergenza – spiega la scienziata – ha confermato che le condizioni di salute degli animali hanno una diretta influenza su quella delle persone. In altri casi, come in quello della Xylella (il batterio che ha contagiato milioni di ulivi compromettendo l’economia e la sicurezza alimentare) o più in generale delle catastrofi naturali, le conseguenze possono essere anche indirette. Per trasformare questa minaccia in opportunità alla ricerca del benessere collettivo la visione deve essere unica. Tale visione contribuisce anche ad affrontare la sfida sempre più attuale della longevità: se nel 2015 il 12% della popolazione globale aveva più di 60 anni, prevediamo che nel 2050 questa percentuale quasi raddoppi». Cambia dunque la lente di osservazione della realtà: «La città, intesa come ecosistema vivente, la tutela della natura, i rapporti tra le imprese e persino l’ordinamento giuridico devono essere riadattati a questa nuova prospettiva della salute unica che coinvolge anche la sfera economica e quella politica per orientare l’azione legislativa a criteri di sostenibilità e giustizia che superino la prova del tempo. In questo contesto il ruolo degli scienziati è fondamentale: devono uscire dalla torre d’avorio dei loro laboratori e interfacciarsi con una miriade di interlocutori per contribuire ad affrontare le sfide politico-strategiche del presente-futuro con un approccio che sia sempre più multidisciplinare».
Immagini e suoni per raccontare la biodiversità
Nel corso dell’evento è stata anche proposta la visita virtuale alla mostra Elogio della Diversità, che si è tenuta tra novembre 2024 e marzo 2025 a Palazzo Esposizioni di Roma. L’allestimento digitale “Bioverso” ha raccontato la biodiversità attraverso immagini, suoni e narrazioni, mettendo in luce l’intreccio tra natura, cultura e salute. Alla presentazione virtuale è seguito un tour del padiglione italiano di Expo con alcuni elementi fisici della mostra. La partecipazione del Nbfc a Osaka si inserisce in una strategia più ampia di cooperazione scientifica internazionale. Ad aprile una delegazione del Nbfc ha partecipato alla missione istituzionale di presentazione dei cinque Centri nazionali di ricerca italiani, con incontri a Osaka e all’ambasciata italiana di Tokyo.
Fonte: Il Sole 24 Ore