Dalla casa all’energia, fondi Ue al riassetto
La battaglia che si è aperta in Europa sul nuovo bilancio 2028-2034 – in particolare sull’accentramento della politica di coesione contestato dalle regioni – rischia di far passare in secondo piano la manovra che punta a riorganizzare i fondi dell’attuale programmazione 2021-2027.
La mid term review – la revisione di medio termine che ha l’obiettivo di adeguare alle nuove priorità una babele di progetti divenuti nel frattempo, almeno in parte, quasi anacronistici – riguarda nel caso dell’Italia finora 23 programmi, di cui cinque nazionali, cioè gestiti dai ministeri, e 18 regionali. Una rimodulazione che vale 2,6 miliardi di euro totali (si veda Il Sole 24 Ore del 29 ottobre) se si includono anche 361 milioni che si riferiscono nello specifico alle priorità del fondo Fse Plus.
Al netto di questa cifra e di alcune integrazioni fatte in corsa, il monitoraggio presentato dal Dipartimento per le politiche di coesione in occasione delle riunioni tenute il 22 e 23 ottobre con la Commissione europea sul Riesame annuale della performance si concentra su 2,1 miliardi. I fondi cambiano destinazione a favore delle cinque priorità fissate dall’Unione europea: case a prezzi accessibili (in tutto 853,8 milioni), reti idriche (527,3 milioni), transizione energetica (257,1 milioni), tecnologie strategiche della piattaforma Step (256,5 milioni), infrastrutture per la Difesa (167,3 milioni). Infine 11,2 milioni sono destinati alla preparazione civile in caso di conflitti, ad esempio per ospedali da campo, rifugi pubblici, e ulteriori 43 milioni di risorse risultavano ancora da ripartire.
Come detto, la quota più rilevante riguarda le politiche abitative: 215 milioni arrivano dal Programma nazionale inclusione, 155,4 dal Pon Metro, 38 milioni dal Just transition fund (il programma per il recupero delle aree industriali di Taranto e del Sulcis), 100 milioni dal Programma regionale della Calabria, 88,4 milioni dalla Sicilia, 100 dalla Campania, 120 milioni dal Lazio, 12 dall’Emilia Romagna e 6,5 dall’Abruzzo. Sulle reti idriche vengono dirottati 30 milioni del Pon Cultura, 28,2 milioni del Pon Metro, 250 della Campania, 50 della Calabria, 40 della Puglia, 36,5 della Sicilia, 60 del Lazio, 9,5 delle Marche, 23 della Lombardia.
Alla transizione energetica contribuiscono invece 119 milioni del Programma nazionale Ricerca e competitività, 15 del Pon Cultura e 14 del Just transition fund, 50 della Campania, 37 della Sardegna, 12,5 dell’Abruzzo, 9,5 delle Marche. Per alimentare le tecnologie strategiche Step, vengono definanziati 76 milioni del Just transition fund, 60 milioni dei Programmi dell’Abruzzo, 5,5 delle Marche, 40 del Lazio, 75 della Lombardia.
Fonte: Il Sole 24 Ore