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Dalla compagnia aerea al call center, gli ex Air Italy tre anni dopo lo stop
Qualcuno ha trovato impiego nelle altre compagnie aeree, qualche altro ha deciso di cambiare attività e qualche altro ancora, aspetta, ma non senza delusione. È quanto resta, a distanza di tre anni e mezzo, della liquidazione della compagna aerea Air Italy, azienda nata dalla trasformazione di Meridiana Fly (a sua volta nata dal cambiamento di Meridiana e Alisarda, vettore fondato dal principe Aga Khan nel 1963).
La fine del sogno
La fine del sogno iniziato con la nascita di Alisarda e l’obiettivo di collegare la Gallura e il nord est sardo con la penisola e l’Europa. Tre anni fa la liquidazione della compagnia sardo qatariota nata nel 2018 cui è seguito il licenziamento collettivo del personale (dai piloti agli amministrativi), e poi mobilitazioni dei sindacati e l’annuncio della Regione Sardegna per la costituzione di una compagnia aerea sarda.
Per i piloti, gli assistenti di volo è stato più facile trovare una ricollocazione, ma per molti altri no. «A distanza di tra anni e mezzo la delusione, l’amarezza e lo sconcerto sono ancora tutti sentimenti presenti in ogni singolo lavoratore Air Italy – premette Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt trasporti della Cgil – anche se, quando si parla con loro, quasi tutti continuano a parlare di Meridiana, la storica compagnia dell’Aga Khan che, con intuizione e lungimiranza portò l’azienda ad essere la prima compagnia privata italiana e tra le prime in Europa».
Tutti a casa
Poi la decisione di chiudere. «Ebbene, tre anni e mezzo fa, dopo oltre cinquant’anni tutti i 1.200 lavoratori ex Meridiana, di cui la metà sardi e con residenza in Sardegna, sono stati licenziati – aggiunge il sindacalista -. Che fine hanno fatto? Alcuni sono rimasti nel settore andando a lavorare per altre compagnie, da ITA ad Aeroitalia, Ryanair, pochi altri hanno avuto una opportunità nelle società di gestione, in particolare i lavoratori del call center e gli amministrativi». C’è stato poi chi «e questa è stata la maggior parte», argomenta Boeddu, «si è dovuto riciclare in altre sempre per non abbandonare la famiglia». È il caso di Carla che da amministrativa ha dovuto cambiare settore. «Non essendoci altre soluzioni, e non avendo la possibilità di spostarmi in un’altra regione – dice – ho accettato l’offerta di lavorare in un call center, in tutt’altro settore». Non tutte le speranze, però, sembrano perse anche perché «in questo polo ci sono state e ci sono ancora competenze di alto livello che possono essere ancora valorizzate e sfruttate». «Noi crediamo che un futuro nel settore aeronautico possa ancora esserci – aggiunge – pensiamo, per esempio al polo di manutenzione degli aeromobili Atitech, dove per il momento sono stati assunti pico più di 40 lavoratori quasi tutti dalle liste ex Meridiana».
La compagnia sarda rimasta nel cassetto
Quanto alla compagnia aerea annunciata e ipotizzata per «valorizzare» gli oltre mille dipendenti della compagnia sardo qatariota, non c’è stato nessuno sviluppo. «Tutto è rimasto lettera morta – dice Boeddu -. Nessun passo avanti e nessuna novità. È necessario che la classe politica si faccia carico di un serio progetto che veda nuovamente presente in Sardegna nel settore aeronautico».
Fonte: Il Sole 24 Ore