
Dalla moda alla stretta sulle recensioni online: arriva la legge annuale per le Pmi
Il provvedimento spazia su vari altri fronti. Scatta una sperimentazione, per ora di durata biennale e limitata a un massimo di 1.000 lavoratori di aziende con meno di 50 dipendenti, per favorire il ricambio generazionale di chi è vicino alla pensione. L’accesso al part time agevolato (con esonero al 100% dei contributi previdenziali nel limite di 3mila euro) è condizionato all’assunzione da parte del datore di lavoro di un under 35 a tempo pieno e indeterminato. Via libera, con un emendamento approvato in commissione, anche alla possibilità per le imprese titolari di marchi storici, con l’ausilio del Fondo di salvaguardia per le aziende in crisi, di acquisire altre imprese appartenenti alla filiera, sempre che abbiano oltre 20 dipendenti.
Il Ddl semplifica l’accesso al credito bancario anche attraverso la cartolarizzazione dello stock di magazzino e delinea in modo ulteriore i compiti del Garante per le Pmi, che dovrà coordinare un tavolo di consultazione permanente delle associazioni di categoria.
Una delega al governo prevede la nascita delle centrali consortili. Questi organismi avranno funzioni di indirizzo e coordinamento delle aggregazioni di micro Pmi già riunite in consorzi di filiera e assumeranno la forma di società consortili per azioni, con vigilanza attribuita al Mimit. Non potranno comunque essere riconosciute più di cinque centrali e ognuna di esse dovrà riunire almeno cinque consorzi collocati nel territorio di almeno tre regioni. Inoltre i consorzi riuniti nella centrale dovranno avere almeno 10 consorziati.
Altre due deleghe si riferiscono, rispettivamente, alla creazione di un testo unico per le startup e le Pmi innovative e ai compiti e alle attività dei Confidi. «Vogliamo porre l’attenzione – sottolinea il sottosegretario del Mimit Massimo Bitonci – anche sulla possibilità per i Confidi stessi di ampliare, prevalentemente nei confronti delle imprese associate, le proprie attività nel campo della concessione di finanziamenti. Per questo in commissione Industria del Senato ho dato parere favorevole all’ordine del giorno del gruppo della Lega volto a prevedere in questa direzione l’istituzione di un tavolo di confronto tra istituzioni e mondo Confidi». In commissione al Senato è stata infine aggiunta una delega, da esercitare in nove mesi, per il riassetto dell’artigianato.
Per il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, «si tratta di un passo storico, la legge era attesa da oltre dieci anni». Il relatore di FdI, Salvo Pogliese, parla di «un provvedimento che dopo anni di silenzi darà attuazione a una legge richiesta dalla Commissione europea». In una nota, i senatori della Lega in commissione Attività produttive Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente, Gianluca Cantalamessa, relatore del provvedimento, e Mara Bizzotto, sottolineano la rilevanza delle norme che «proteggono la produzione dei veri artigiani» da chi si fa promozione senza averne i requisiti, oltre alla tutela dei marchi storici e al sostegno alla moda. «Ma le norme da noi volute permettono anche di sbloccare le gare d’appalto dei consorzi stabili e di garantire risparmi assicurativi per gli imprenditori agricoli. È stato inoltre accolto il nostro ordine del giorno per impegnare il governo, a breve, in investimenti strutturali a favore delle emittenti locali». Critica la senatrice Sabrina Licheri di M5S: «Il risultato è stato estremamente deludente. Nessun emendamento di reale impatto per la vita delle Pmi è stato approvato. È stato invece approvato un pacchetto di emendamenti che un impatto invece lo avrà di sicuro… ma lo avrà sulle condizioni e sui diritti dei lavoratori. Norme che si nascondono dietro un nobile obiettivo: quello di tracciare la catena di fornitura del settore della moda».
Fonte: Il Sole 24 Ore