Dalla poltrona al biomedicale: la scommessa di Cubo Rosso sull’innovazione

Dalla poltrona al biomedicale: la scommessa di Cubo Rosso sull’innovazione

Un mobile imbottito che non è più un mobile imbottito, una poltrona che non è più solo una seduta, ma anche uno strumento di riabilitazione capace di correggere posture sbagliate, evitare piaghe, curare traumi, evitare ostacoli in casa, con comandi vocali dettati da un’app. È la transizione dal mobile imbottito verso il biomedicale, l’evoluzione del core business affidata a Poltrona Smart, prossima alla industrializzazione, sintesi del lavoro di tre anni in team tra un salottificio di Gravina, il centro di ricerca Cetma di Brindisi e l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Per “Forme e design” – la Pmi del distretto del mobile nata nel 2001 e più nota dal 2009 con il brand Cubo Rosso (fatturato 2024 a 12 milioni, 45% estero, e 100 dipendenti) – il nuovo prodotto è figlio di un progetto di ricerca, cofinanziato da un “Pia” della Regione Puglia per 2 milioni di euro, destinato a diversificare individuando un nuovo mercato, quello dei dispositivi medicali di classe 1, e dunque nuovi canali distributivi, non più l’arredo o solo l’arredo, ma soprattutto sanitarie e parafarmacie.

Un’ ulteriore traiettoria, il biomedicale, legata ad uno scenario ormai in pieno sviluppo, l’invecchiamento della popolazione. Con un esempio su tutti: nella sola Puglia il 22% degli abitanti è composto da over 65, più degli occupati. Poltrona Smart è dunque destinata al supporto di persone lungodegenti o che hanno problematiche riabilitative: consente micro movimenti che stimolano la circolazione evitando piaghe, aiuta il corpo senza l’intervento di fisioterapisti, conteggia il tempo nella stessa posizione, dà piccoli movimenti per cambiare posizione senza svegliare la persona, aiuta i soggetti disabili per alcuni esercizi specifici restando sulla poltrona, o è la stessa poltrona che accompagna nell’esercizio il paziente. E con sensori avverte l’esistenza di ostacoli in casa.

Tutte queste caratteristiche spiegano il ruolo dell’Istituto Ortopedico Rizzoli che ha individuato un protocollo degli esercizi principali consentiti dalla poltrona grazie ad un’app per i comandi vocali. Tradurre tutto questo in un prototipo è stato il compito di Cetma, consorzio di ricerca che da 25 anni, a Brindisi, sviluppa competenze che riguardano l’ingegneria dei materiali, l’ingegneria informatica e il design industriale. «Abbiamo tradotto questo protocollo in un prototipo tecnologico – spiega Ubaldo Spina, ricercatore e industrial designer, responsabile della divisione Design di Cetma. Il nostro sforzo maggiore, riuscito, è stato quello di evitare che il prodotto sembrasse un robot di riabilitazione a tutti gli effetti».

Fonte: Il Sole 24 Ore