Dalla Svizzera ai Paesi scandinavi come viaggiare con i levrieri sportivi

I punti chiave

  • Levrieri sportivi
  • Europa
  • Coursing e Racing

In Finlandia, a fine maggio 2022, all’una di notte ma con una luce ancora diurna, Oulu, a poca distanza dalla linea del circolo polare artico, accoglieva un viaggiatore con in braccio un piccolo levriero italiano. Il giorno dopo un bus portava me e Maath (il levriero) a Kalajoki, un po’ più a sud sul Golfo di Botnia, cittadina celebre luogo di villeggiatura grazie alle sue meravigliose spiagge, attrazione principale insieme a un parco giochi sospeso tra gli alberi. La sua spiaggia fu una splendida location per il mondiale di coursing della Fci (la federazione cinologica internazionale a cui fa capo l’Enci in Italia), che è una delle due attività sportive pensate per i levrieri. I cani inseguono in un campo aperto uno zimbello (generalmente delle strisce di plastica legate insieme), simulando in una linea spezzata l’inseguimento della lepre. L’altra attività è il racing, dove la corsa avviene su una pista, che seguendo le indicazioni della Fci ha elevatissimi standard di sicurezza.

Quando quasi nove anni fa presi il mio primo piccolo levriero italiano (Sasà, poi sarebbero arrivati Maath e Hrabal, tutti e tre piccoli levrieri italiani: una razza per la quale tre maschi interi vivono tranquillamente nello stesso appartamento) non avrei mai immaginato di ritrovarmi nel manipolo di appassionati che girano l’Europa per far fare un’attività sportiva ai loro cani, prendendo parte – quando selezionati – alla squadra italiana. Con i miei tre “pli” sono stato a manifestazioni europee o mondiali in Svizzera, Svezia, Estonia, Finlandia e Germania. Ma anche a manifestazioni in Italia. Da ultimo il 26 novembre a Frinco in Piemonte, a un coursing organizzato dall’Aiala (l’associazione specializzata per l’Enci per i levrieri afgani) , ma ancora a novembre – giusto per citare le ultime -, l’11 e 12, eravamo a Maserada sul Piave (Treviso) per un coursing, organizzato dal Club del levriero (la maggiore associazione specializzata dell’Enci per i levrieri), con 141 levrieri di otto razze levriere provenienti da dieci diverse nazioni europee. Con il Circolo del piccolo levriero italiano (l’associazione dedicata ai Pli)I eravamo stati tra l’altro a luglio, sull’appennino emiliano alle Piane di Mocogno. Il 20 e il 21 gennaio prossimi a Neustift in Austria ci sarà un altro coursing con levrieri provenienti da 14 stati diversi e 251 cani iscritti: ci si troverà nello Stubaital, località sciistica tirolese poco distante dal confine italiano. La corsa dello Stubaital vede sempre una nutrita partecipazione di italiani e si trova a pochi chilometri da una bellissima pista di racing che si trova a Inzing. Queste gare internazionali sono anche l’occasione per incontrare tanti amici che magari abitano a Riga o a Francoforte e con i quali ci si ritrova in queste occasioni dove è forte lo spirito di festa.

Viaggiare con un cane sportivo significa pensare a molte cose. Innanzitutto occorre verificare quali tipi di vaccini deve avere, perché non tutti i Paesi europei hanno le stesse regole. Per attraversare le frontiere, però, l’antirabbica va fatta e bisogna avere il passaporto europeo. Un consiglio è non cambiare l’alimentazione, e questo per un viaggio lungo può essere impegnativo, specialmente per chi dà ai propri cani cibo fresco, evitandogli stress per il viaggio. Occorre considerare che gli alberghi spesso chiedono delle tariffe aggiuntive per i cani (ma va ancor prima verificato che li accettino) e che i siti di prenotazione inspiegabilmente non ne riportano gli importi, anche se a volte il sovrapprezzo è consistente. Poi va appurato dove il cane sia accettato nelle altre nazioni: a Copenaghen, per esempio, ogni ristorante ci ha vietato l’accesso, e in Svezia mi hanno cacciato da un centro commerciale. Viaggiando in aereo con tre diverse compagnie, nessuna mi ha mai consentito di tenere il cagnolino in braccio: è restato sempre nel trasportino. In genere è sempre meglio scegliere il volo e chiamare la compagnia per chiedere se sul volo ci sono posti liberi per i cani e solo dopo fare il biglietto e ricontattare la compagnia per bloccare il posto. Si possono portare in cabina solo piccoli cani e quindi per i proprietari di levrieri di razze grandi si esclude l’aereo come possibilità, visto che nessuno accetterebbe di farli viaggiare in stiva. Infatti i proprietari di questi cani devono spostarsi sempre con mezzi propri e mettere in conto viaggi di più giorni con molte soste.

Tra allenamenti e partecipazione a gare l’attività per i proprietari è molto impegnativa anche economicamente (e senza nessun ritorno da questo punto di vista. Ma è un mondo, per fortuna, mosso solo dalla passione). In una razza che può essere particolarmente (ma non necessariamente) fragile, come il piccolo levriero italiano, l’attività fisica svolge un ruolo cruciale per una vita sana ed equilibrata, come ho potuto personalmente constatare in questi anni e quindi il sacrificio richiesto è ben ricompensato da già solo da quello. Tutto questo vale anche per le altre razze levriere. Per questo la soddisfazione maggiore è vedere i propri cani più che felici, appagati nel simulare la caccia, per cui sono selezionati da secoli, in un ambiente protetto. E ciò significa anche mantenere intatte le caratteristiche di questi meravigliosi cani.

Nel presentare il libro sul greyhound (il levriero inglese, ma il discorso vale per tutte le razze levriere) di uno dei maggiori cinofili italiani, il compianto Mario Canton, l’editore Crepaldi ha scritto: «Forse il greyhound potrà essere salvato dai pochi appassionati – in modesto ma costante aumento – che lo terranno come cane di casa o per farci insieme delle attività sportive come il lure coursing e il racing amatoriale».

Fonte: Il Sole 24 Ore