
Dall’autunno l’influenza colpirà duro, ma solo un anziano su due si vaccina
L’influenza potrebbe tornare a colpire duro dopo il record dell’anno scorso con oltre 16 milioni di italiani finiti a letto. Le avvisaglie di una stagione a rischio soprattutto per i più anziani arrivano dall’altra parte del Pianeta e cioè dall’emisfero Sud dove in Australia in piena stagione invernale si sta registrando un boom di casi e numeri in crescita che hanno messo in seria difficoltà gli ospedali dove – con le infezioni aumentate del 70% e le ospedalizzazioni cresciute del 50% in due settimane – i posti letto scarseggiano. Un quadro, avvertono gli infettivologi, che con grande probabilità potrebbe replicarsi a breve anche in Italia già dall’autunno: è infatti in arrivo, anche da noi, un mix di virus influenzali, tra i quali il ceppo B verso cui si registra una minore copertura. Da qui l’invito degli esperti a vaccinarsi in vista di una stagione che si preannuncia «pesante», per scongiurare le conseguenze più gravi visto che l’influenza nelle stagioni più intense arriva a contare 8-10mila morti e migliaia di ricoveri a cui si aggiungono quelli per il Covid.
Il problema è che da qualche anno in Italia si sta registrando a una vera e propria fuga dal vaccino. E questo fenomeno riguarda anche i più fragili – gli over 65 – visto che ormai si vaccina contro l’influenza praticamente solo un anziano su due con un calo che è ormai costante da alcuni anni: nell’ultima campagna vaccinale 2024-2025 – come segnalato al Sole 24 ore dal ministero della Salute – gli over 65 che si sono immunizzati contro l’influenza sono scesi a uno striminzito 52,5% contro il 53,3% dell’anno prima e il 56,7% del 2022-2023. Numeri in costante calo e lontani dal 65,3% raggiunto in piena pandemia – nel 2020-21 – e comunque lontanissimo dal target minimo del 75% indicato dall’Oms per questa vaccinazione (l’ideale sarebbe il 95%). In leggera crescita invece le vaccinazioni nella popolazione generale salite al 19,6% (era il 18,9% l’anno prima).
Ma come mai questa fuga? La colpa è da attribuire a un mix di cause: sicuramente la stanchezza vaccinale dopo la pandemia – le vaccinazioni contro il SarsCoV2 sono ormai praticamente quasi azzerate – mischiate ai pregiudizi che resistono sui vaccini come dimostrano anche le recenti polemiche sulla commissione di esperti (il Nitag) poi revocata dal ministro della Salute Orazio Schillaci fino ai ritardi nel recente passato delle Regioni nel far decollare la rete delle farmacie e degli studi medici per immunizzare. Un rischio quest’ultimo che non vuole più correre il ministero della Salute che ha emanato lo scorso luglio la circolare con le indicazioni per la prossima campagna vaccinale: partirà ai primi di ottobre, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere almeno il 75% di anziani e fragili. Il vaccino sarà offerto gratuitamente a over 60, bambini, cronici, donne in gravidanza e operatori sanitari, ma anche, «dopo aver coperto le priorità», a chiunque la richieda.
«I primi casi di influenza li aspettiamo per i primi di ottobre con la co-circolazione di vari virus influenzali insieme anche al virus respiratorio sinciziale ed al virus SarsCoV2. Come sta avvenendo in Australia, oltre al ceppo A H1N1, quest’anno circolerà anche il ceppo influenzale B Victoria, verso cui si registra una minore copertura e che potrebbe pertanto determinare un numero maggiore di contagi. Entrambi i ceppi influenzali sono comunque previsti nel vaccino antinfluenzale. Per questo, soprattutto per i soggetti fragili, è importante l’immunizzazione per ridurre gli effetti più pesanti dell’infezione», avverte Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva all’Università di Milano. «Come sappiamo la vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze che riguardano soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione come gli over 60 o le donne in gravidanza. Con la nostra circolare abbiamo raccomandato alle Regioni di rafforzare il coinvolgimento di medici di famiglia e pediatri, ospedalieri e i professionisti sanitari, le Associazioni dei malati, dei cittadini e degli anziani sull’importanza della vaccinazione nelle persone con condizioni di rischio», sottolinea Maria Rosaria Campitiello a capo del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute che ha firmato la circolare dove sono previsti anche specifici percorsi «per garantire l’offerta vaccinale nelle strutture di ricovero e lungodegenza o strutture residenziali per anziani» proseguendo anche «le esperienze di coinvolgimento attivo delle farmacie».
Fonte: Il Sole 24 Ore