
Dalle istituzioni alla finanza, la mappa delle donne al vertice: mai così tante
Nella composizione dei board ha giocato un ruolo decisivo la legge Golfo-Mosca che ha permesso di colmare il gap della presenza femminile e che ha fatto dell’Italia una delle eccellenze europee, con una quota di donne nei Cda che supera il 43%. Era al 7% nel 2011. I dati Consob più recenti mostrano una presenza di donne nei consigli che cresce al crescere delle dimensioni delle società e con un dato sopra la media per quelle del settore finanziario.
La marcia parte da lontano e i risultati sono visibili a più livelli: se si guardano i numeri dell’occupazione e dei ruoli del settore bancario, secondo i dati Abi, nel 2023 le lavoratrici rappresentano circa la metà del personale (il 48%, erano il 31% nel 1997), ma soprattutto cresce il peso delle donne in posizioni decisionali. Le dirigenti sono passate dall’1,8% del 1997 al 22% del 2023, mentre i quadri direttivi al femminile passano dal 13,2% al 37,6%, segno che il soffitto di cristallo se non è stato proprio infranto certo si sta assottigliando sempre di più.
Guardando ai singoli istituti, un’analisi realizzata per Il Sole 24 Ore dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra mostra che negli anni dal 2020 al 2023 in quasi tutti si registra un netto e deciso aumento del numero delle dirigenti, con il trend che si fa più evidente nelle banche di maggiori dimensioni e quotate, il che conferma anche che la presenza femminile nei Cda favorisce la diversity e l’inclusione. Raggiunge la soglia del 30% delle dirigenti Intesa Sanpaolo, prima banca italiana per capitalizzazione, che vede figure di spicco come Maria Luisa Gota alla guida dell’asset management e Ceo di Eurizon Capital, Paola Papanicolaou a capo delle banche internazionali e Virginia Borla al timone dell’assicurativo e Ceo e Dg di Intesa Sanpaolo Vita, oltre che vicepresidente dell’Ania.
In aumento anche le dirigenti in Mediobanca, al 20,1%, dove alla vicepresidenza siede Sabrina Pucci, così come in UniCredit dove la quota è salita fino al 25,2%, in un gruppo in cui il group executive committee è composto da 7 donne su 13 membri, tra cui Marion Höllinger come head delle attività in Germania e Teodora Petkova alla guida dell’area Europa centrale e orientale. Da segnalare il raddoppio delle figure dirigenziali femminili in Bper Banca, (dall’11,7% del 2020 al 24,4% del 2023). In Bnl Bnp Paribas la quota delle dirigenti non registra un’impennata ma solo perché era già oltre il 20% (dal 20,9% al 22%) e – soprattutto – la banca svetta come presenza femminile nel top management, con la guida di Elena Goitini, Ceo dal 2021 e responsabile Bnp Paribas per l’Italia, e dalla presidente Claudia Cattani.
Nel private equity e nel venture capital è centrale il ruolo di Anna Gervasoni, direttrice generale dell’Aifi e dal novembre scorso anche rettrice della Liuc – Università Carlo Cattaneo. Anche pensando al mercato assicurativo le posizioni di vertice ricoperte da donne non mancano: Bianca Maria Farina è l’attuale presidente di Poste Vita, fino allo scorso anno alla guida dell’Ania, mentre tra le cariche apicali Chiara Soldano è Ceo e Dg di Axa Assicurazioni e di altre società del gruppo.
Fonte: Il Sole 24 Ore