Dalle province il termometro dello sviluppo turistico
C’è un po’ meno estate nelle vacanze degli italiani. Le presenze totali nel periodo giugno-agosto sono passate dal 52% degli anni ’90 fino a calare al 46% nei primi anni del nuovo millennio. Il turismo globale ha poi moltiplicato gli arrivi dall’estero facendo aumentare le presenze turistiche straniere nelle prime dieci province dal 49% nel 2019 al 50% dello scorso anno. Nel 2024 le presenze turistiche hanno così superato i 466 milioni di presenze in aumento del 7% sul 2019 e dieci province catturano la metà delle presenze crescendo sul 2019 (+9%) di due punti percentuali in più rispetto alla media. Cambia così la mappa delle destinazioni e rispetto agli anni pre pandemia ecco il sorpasso di Roma, che conquista il primo posto, su Venezia mentre Napoli scavalca Firenze. Nella top ten si registrano parecchie crescite a doppia cifra tra come, per esempio, quelle di Roma (+37%), Brescia (+14%), Bolzano e Milano (+10%). Arretrano invece destinazioni chiave come Firenze (-17%) e Rimini (-7%). Nelle 10 province che chiudono la classifica complessivamente le presenze sono poco più di 2,2 milioni e il trend è quello della stabilità. È quanto emerge dal report «Il turismo nelle province italiane: un’analisi di domanda e offerta» realizzato dall’Ufficio studi del Touring Club Italiano che fa emergere come lo sviluppo del turismo meriterebbe un’attenda pianificazione per meglio gestire la pressione abitativa e l’aumento dei prezzi, degli affitti come avviene nelle città d’arte dove c’è stata la corsa a trasformare gli appartamenti in location destinate agli affitti brevi.
Sprint per l’extra alberghiero
Nel periodo considerato si è registrato una forte crescita dei posti letto extraalberghieri arrivati a 3,2 milioni (+10%) mentre quelli gestiti in forma imprenditoriale con più appartamenti destinati agli affitti brevi sono addirittura aumentati del 34%. Per contro l’offerta degli alberghi è cresciuta dell’1 per cento. Così nel 2024 si sono registrate poco più di 182 milioni di presenze nelle strutture extralberghiere, quasi il 40% del totale, con una crescita nel quinquennio del 17%.
Con un’offerta in costante evoluzione la durata media del soggiorno è di 3,3 notti con medie più alte in quelle province con una forte vocazione al turismo, in particolare quello balneare. È il caso di Crotone, Teramo, Vibo Valenza dove si oscilla tra le 5,5 notti e le 4,8 come, per esempio, in Romagna nella provincia di Forlì-Cesena. La media si abbassa nelle province dove il volano è prevalentemente il turismo d’affari o quelle, è il caso di Varese e Bergamo, che ospitano aeroporti con grandi volumi di passeggeri.
In costante crescita sono gli arrivi dall’estero che tra il 2019 e lo scorso anno hanno messo a segno un aumento del 15% con oltre 254 milioni di presenze straniere. Presenze dall’estero che per alcune macroaree arrivano all’80% come nel caso di Como (83%), Verbano-Cusio-Ossola (81%), Verona (79%), Brescia (72%) e Lecco(71%). Trend analogo per Firenze (79%), Venezia (77%), Roma(72%), classico tris di città d’arte asse portante dei pacchetti dei tour operator. Si accentua il rallentamento dei soggiorni degli italiani (-2% rispetto al 2019). Le province frequentate quasi esclusivamente da connazionali sono quelle di Campobasso (92%), Crotone (91%) e Cosenza (90%): nella top 10 tricolore si trovano tutte province meridionali.
Territori attrattivi
C’è poi il fattore attrattività delle destinazioni capoluogo e le ricadute sul territorio provinciale. Nel caso di Roma, per esempio, il 90% dei flussi si concentra sulla capitale. Seguono le provincia di Massa-Carrara, dove i due capoluoghi attirano l’85% delle presenze e da Prato (80%). Percentuali elevate registrano anche Milano (78%), Firenze (71%) e Bologna (70%). La situazione si ribalta nel caso di destinazioni con una forte vocazione turistica. È il caso delle province di Sondrio, Bolzano e Belluno dove i comuni circostanti sono le vera calamite per gli ospiti. Nel caso di Sondrio, per esempio, ne beneficiano Bormio, Livigno, Aprica, Madesimo oltre all’intera Valtellina che accolgono migliaia di turisti in estate e inverno. Le stesse considerazioni valgono per Bolzano e Belluno ma anche per il Sud Sardegna, Cosenza e Teramo dove si arriva intorno al 98% di ospiti che soggiorna nei comuni intorno al capoluogo.
Fonte: Il Sole 24 Ore