Danimarca, la crisi della lettura porta all’eliminazione dell’Iva. Ecco com’è la situazione in Italia

Danimarca, la crisi della lettura porta all’eliminazione dell’Iva. Ecco com’è la situazione in Italia

La Danimarca cesserà di applicare l’Iva sui libri nel tentativo di invogliare più persone a leggere. Il Paese registra un’aliquota fiscale del 25% sui libri, la più alta al mondo: una politica che il governo ritiene stia contribuendo a una crescente “crisi della lettura”. Il ministro della cultura Jakob Engel-Schmidt ha annunciato perciò mercoledì che il governo proporrà nel suo disegno di legge di bilancio l’abolizione della tassa sui libri. Si prevede che la misura costerà 330 milioni di corone (44 milioni di euro) all’anno. «È qualcosa per cui io, come ministro della Cultura, ho lavorato, perché credo che dobbiamo mettere tutto in gioco se vogliamo porre fine alla crisi della lettura che purtroppo si è diffusa negli ultimi anni», ha detto Engel-Schmidt all’agenzia di stampa Ritzau. «Sono incredibilmente orgoglioso. Non capita tutti i giorni di riuscire a convincere i colleghi che sia necessario investire una somma così ingente nel consumo e nella cultura dei danesi», ha aggiunto il ministro. Anche altri Paesi nordici applicano un’aliquota Iva del 25%, che però non riguarda i libri. L’Iva sui libri in Finlandia è del 14%, in Svezia del 6% e in Norvegia è pari a zero.

La situazione in Italia

In Italia l’IVA sui libri è fissata al 4% e riguarda sia le edizioni cartacee sia quelle digitali, come ribadito dall’Agenzia delle entrate nel 2024. Nel 2023 sono stati venduti circa 112 milioni di volumi, con una crescita di 13 milioni rispetto a cinque anni prima. I dati sulla lettura mostrano che solo il 40% della popolazione legge almeno un libro all’anno, un segnale preoccupante ma con un risvolto incoraggiante: tra gli 11 e i 24 anni la quota di lettori sale al 60%. A ciò si affianca l’espansione di iniziative scolastiche e bibliotecarie pensate per avvicinare bambini e ragazzi alla lettura. Nel nostro Paese il 65% degli over 16 non ha letto alcun libro nel 2022; il 16% ne ha letti meno di cinque, il 9% tra cinque e nove, e solo l’11% ha superato i dieci. A tenere viva la lettura in Italia sono soprattutto le donne (40%) e i giovani, mentre tra gli uomini la percentuale scende al 30%.

Quanto si legge in Europa

Nel 2022 poco più della metà degli europei con almeno 16 anni – il 53% – ha letto almeno un libro. Ciò significa che quasi un cittadino su due non ha preso in mano nemmeno un volume nell’arco di un anno. Tra chi legge, prevalgono i “lettori occasionali”: il 27% non supera i quattro libri, il 12% si colloca tra cinque e nove, mentre solo il 14% riesce a superare quota dieci. Il Paese con la più alta percentuale di lettori è il Lussemburgo (75%), seguito da Danimarca (72%), Estonia (71%), Svezia e Finlandia (70%). L’Italia, invece, si trova in coda alla classifica europea: soltanto il 35% della popolazione ha letto almeno un libro nel 2022, una percentuale inferiore a quella di Francia (62%) e Spagna (54%), e appena superiore a Cipro (33%) e Romania (29%). Se ci concentriamo sui “lettori forti”, cioè chi legge oltre dieci libri l’anno, i valori più alti si registrano in Irlanda (26%), Finlandia (23%) e Svezia (22%). In Italia questa fascia rappresenta appena l’11% della popolazione, mentre in Romania, Grecia e Cipro non supera il 5%.

Fonte: Il Sole 24 Ore