Daria Illy esce dal business di famiglia del caffé

Daria Illy esce dal business di famiglia del caffé

La famiglia Illy completa l’assetto proprietario della holding che controlla IllyCaffè. Daria Illy esce infatti dalla compagine societaria e il suo 19% viene ceduto alla subholding Gruppo Illy Spa, controllata pariteticamente dai fratelli Andrea e Anna Illy. Il padre di Daria, Riccardo, era già uscito da business del caffè ad ottobre del 2023, per concentrarsi sui marchi del Polo del Gusto.

Dopo oltre 16 anni di impegno attivo nel Gruppo, avendo già lasciato in precedenza tutte le cariche operative nelle società del Gruppo, «Daria Illy – si legge in un comunicato – conclude con gratitudine la sua esperienza con il Gruppo per dedicarsi a nuove sfide professionali nel contesto italiano e internazionale». La figlia di Riccardo Illy si occuperà di tematiche Esg e di progetti all’estero, con un focus particolare sui rapporti tra Italia, Emirati arabi uniti e Oman.

Dopo la laurea all’Università di Urbino e un master in General management, Daria Illy ha dapprima avviato un percorso imprenditoriale nel mondo della consulenza e del wellness. Nell’azienda di famiglia era entrata solo nel 2009, concentrandosi su un approccio inclusivo alla leadership e una forte attenzione alla sostenibilità. Oltre 16 anni di carriera l’hanno portata prima alla direzione International key account, quindi alla gestione dello sviluppo del prodotto come Portioned systems director. Nel 2017 ha assunto l’incarico di Ceo di Mitaca, azienda del Gruppo che sviluppa e distribuisce caffè e sistemi di bevande calde per il canale office. Nello stesso anno, è entrata nel cda di Illycaffe, nel consiglio di amministrazione della Fondazione Ernesto Illy e nel consiglio di amministrazione del Gruppo Illy, dove è rimasta fino al 2024.

Daria Illy è inoltre docente in corsi e master, autrice di “La grammatica del caffè” (Gribaudo), attiva nella commissione interparlamentare su inclusione e sport e ambasciatrice di Azzurra, il centro di eccellenza nazionale dedicato alla ricerca per le malattie rare infantili.

Fonte: Il Sole 24 Ore