
Dati e umanità: così lo Spazio aiuta a contrastare il cambiamento climatico
Lo Spazio, quindi, può fornire dati e certezza nell’osservazione, strumenti per prendere le azioni politiche necessarie. È importante, però, che queste informazioni siano il più possibile neutrali, che la ricerca sia libera. Per questo è fondamentale l’impegno delle istituzioni pubbliche nella ricerca spaziale. «Il ruolo dei privati è fondamentale – precisa Parmitano -. L’Esa assmebla, costruisce e finanzia i satelliti, ma i componenti arrivano dalle aziende, molte peraltro italiane. Quello che però sta cambiando è la capacita di accesso allo Spazio che, negli Stati Uniti, è sempre di più in mano ad aziende private, che quindi possono scegliere se dare priorità a un tipo di satellite oppure a un altro, in base ai propri obiettivi. Questo, a mio avviso, è un rischio».
Ricerca spaziale: il rapporto pubblico-privato
Nell’Esa partecipano soggetti sia pubblici, sia privati e l’Italia ha un ruolo importante nella Space Economy, che oggi vale circa 630 miliardi di dollari, con la prospettiva di raggiungere i 1.800 miliardi nel 2035. L’Italia ha un’industria aerospaziale che vale circa 1,5 miliardi. Siamo terzo Paese per investimenti nell’Esa, dietro la Germania e sostanzialmente al pari della Francia. Tuttavia, l’investiemnto annuo dell’Esa è un terzo dell’investimento della Nasa.
«Se come europei vogliamo giocare la nostra parte e portare un contributo alla ricerca spaziale con i nostri valori di condivisione, dobbiamo essere in gardo di sederci al tavolo delle trattative con chi oggi si appresta aa avere il dominio dello Spazio – dice ancora l’astronauta siciliano -. Oggi l’Europa è indietro, soprattutto nell’ambito delle telecomunicazioni, dove si gioca una partita fondamentale. Ma non dobbiamo gettare la spugna. Dobbiamo investire e impegnarci per colmare questo buco. Abbiamo le condizioni e le competenze per farlo. Ci stiamo attrezzando per costruire un ponte fino al 2030, quando avremo la nostra rete IRIS2, equivalente per capacità a StarLink, che però è di un’azienda privata».
Parmitano ha concluso prospettando alcune delle principali sfide della ricerca spaziale per i prossimi anni: strumenti (come quello a cui ha contribuito anche lo scienziato italiano Roberto Battiston) per catturare le cosiddette particelle cariche dello Spazio, quelle generate dalle grandi attività cosmiche (come le interazioni tra stelle o tra stelle e buchi neri), che sono il motore dell’Universo. O le missioni per portare nuovamente l’uomo sulla Luna o per esplorare Marte alla ricerca di forme di vita precedenti.
Lo Spazio è curiosità, è ricerca, è conoscenza. Perché, è vero, l’urgenza per tutti noi è portare il cibo in tavola e pagare l’affitto o il mutuo. Ma gli uomini e le donne, ricorda Parmitano, sono «mens sana in corpore sano». Sono corpo ma sono anche mente e devono nutrire anche la loro sete di conoscenza, il loro desiderio di comprendere il mondo e l’Universo, che ci distinguono dal resto del mondo animale.
Fonte: Il Sole 24 Ore