Dazi al 30%, l’Europa si muove: oggi riunione dei 27. Tremonti: «Reagire su fiscalità web»

Dazi al 30%, l’Europa si muove: oggi riunione dei 27. Tremonti: «Reagire su fiscalità web»

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Ieri il presidente americano Donald Trump ha annunciato la misura riservata all’Europa: dazi al 30% dal primo agosto. L’Italia rischia ricadute per 35 miliardi

13 luglio 2025Aggiornamento fissato

Trump cala la scure sull’Europa: dazi al 30% dal primo agosto. «Se reagite aumenteranno, se aprite a noi i mercati le cifre potrebbero cambiare», avverte e posta la lettera su Truth. Stesso trattamento al Messico. Bruxelles valuta la rappresaglia già lunedì, oggi riunione degli ambasciatori dei 27. «Una scelta che sconvolge i rapporti commerciali: continueremo a trattare per l’accordo, ma adotteremo se necessario contromisure proporzionate per tutelare gli interessi europei», dice von der Leyen. Tra i trattativisti la premier Meloni, che garantisce «pieno sostegno» all’Ue, ma aggiunge che «non ha senso innescare uno scontro commerciale: buona volontà per un accordo equo». Le opposizioni all’attacco: «Governo scendiletto di Washington». L’Italia rischia ricadute per 35 miliardi. «La lettera di Trump mostra una sgradevole volontà di trattare», dice il presidente di Confindustria Orsini.

“Apprendiamo con grande preoccupazione che anche l’Unione Europea ha ricevuto, in queste ore, la comunicazione ufficiale da parte dell’ex presidente statunitense Donald Trump relativa all’imposizione di dazi del 30% sulle importazioni provenienti dall’UE a partire dal prossimo Primo agosto.

Confeuro esprime la propria netta contrarietà a questa decisione unilaterale e provocatoria, che rischia di aggravare ulteriormente le tensioni commerciali internazionali, colpendo in primis gli agricoltori e i produttori europei, in particolare quelli italiani”.

Lo dichiara Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro.

«Sappiamo che non abbiamo alternativa al negoziato, perché se applicassimo misure di ritorsione innescando una guerra commerciale le conseguenze sull’economia dei due continenti sarebbero devastanti». Così, al Corriere della Sera, il ministro delle Imprese Adolfo Urso. «Trump ha fatto altrettanto con altri Paesi, con i quali sembrava avesse già raggiunto un accordo. Basti pensare a Canada e Messico». Urso cita anche la Cina e la questione fentanyl: questo «ci fa capire che non si tratta di un mero esercizio commerciale ma di una trattativa di ben più vasto respiro che per quanto ci riguarda chiama in causa anche gli investimenti europei sulla Difesa». Secondo il ministro, Trump agisce così «perché intende chiudere il negoziato entro luglio e quindi alza la posta. È consapevole che non può sostenere un negoziato prolungato perché l’impatto dell’incertezza sull’economia americana può essere devastante. Sin dall’inizio è stata una trattativa dura, proprio per questo non occorre reagire di pancia ma con la testa, mantenendo la coesione europea, responsabilità e unità d’intenti».

Fonte: Il Sole 24 Ore