
Ddl Ferragni, arriva la stretta sulla beneficenza degli influencer
Obiettivo garantire che i consumatori ricevano informazioni chiare e non ingannevoli su iniziative benefiche attuate da influencer e content creator. È all’esame della commissione Attività produttive della Camera, il disegno di legge mediaticamente noto come ddl Ferragni, che introduce una stretta sulla beneficenza degli influencer. Il Ddl era stato presentato in Consiglio dei ministri dal ministero delle Imprese e del made in Italy sull’onda del caso Ferragni, in seguito alla multa dell’Antitrust per oltre 1 milione di euro per «pratica commerciale scorretta» per le vendite del pandoro Balocco «Pink Christmas», con lo zucchero a velo rosa, che avrebbero dovuto contribuire a una donazione per l’ospedale Regina Margherita di Torino. La trasparenza è l’obiettivo dichiarato del disegno di legge che detta disposizioni sulle pratiche commerciali di produttori e professionisti in relazione alla promozione, vendita o fornitura ai consumatori di prodotti i cui proventi siano in parte destinati alla beneficenza. Nella puntata odierna di Parlamento 24 ne parliamo con il relatore, Gianluca Caramanna di Fdi.
Il caso del pandoro gate
«Abbiamo visto che purtroppo non sempre i soldi vengono destinati ai soggetti beneficiari. Nel caso del pandoro gate – ha ricordato Caramanna – ci fu una somma versata all’inizio, senza poi dare i proventi della vendita dei prodotti ai beneficiari. Noi chiediamo che la trasparenza tuteli i consumatori per poter dare informazioni chiare a chi sta comprando un prodotto pensando di fare beneficenza», ha spiegato Caramanna, sottolineando che con questo disegno di legge ci saranno «regole molto chiare, fondamentali per chi compra un prodotto o anche per chi guarda una pubblicità di un prodotto».
Le tre regole per la trasparenza
Tre le regole introdotte dal disegno di legge. «Rendere ben chiaro chi è il soggetto che andrà a beneficiare. Ci deve essere – ha spiegato Caramanna – una lista ben chiara delle associazioni che debbano usufruire della beneficenza, deve essere chiaro come verranno utilizzati questi soldi e anche la quota parte della beneficenza che verrà donata dalla spesa del prodotto che verrà comprato. Chi compra un prodotto dovrà sapere dove, come e quando verranno destinati questi soldi». Caramanna ha detto che sui prodotti un breve riquadro segnalerà il soggetto, il beneficiario e la quota parte che verrà destinata. E dovrà essere tutto molto chiaro, anche sui social, non soltanto nella pubblicità televisiva, ma anche nei formati digitali.
Sanzioni da 5mila a 50mila euro
«All’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sarà obbligatorio dire quando verranno destinate le quote. E bisognerà indicare in modo chiaro quando i soldi verranno destinati», spiega Caramanna, sottolineando che «se entro tre mesi dalla fine della vendita del prodotto non verranno destinati scatteranno delle sanzioni che vanno da 5mila a 50mila euro. Oltre ai reati che vanno oltre le sanzioni amministrative, che abbiamo visto in altri casi».
Fonte: Il Sole 24 Ore