De Laurentiis indagato a Roma per falso in bilancio: nel mirino l’operazione Osimhen

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma con l’accusa di falso in bilancio in relazione al procedimento legato a presunte plusvalenze fittizie ottenute nell’affare Osimhen, acquistato nel 2020 dalla squadra francese del Lille, in cambio di soldi in contanti e di quattro calciatori già tesserati per il Napoli. Si tratta di un atto dovuto dopo la trasmissione degli atti da parte dei pm partenopei alla Procura della Capitale dove hanno sede il Gruppo Filmauro e lo stesso club partenopeo.

L’indagine

Da oltre un anno la Procura di Napoli, che ha avviato le indagini, aveva iscritto De Laurentiis nel registro degli indagati, insieme alla moglie e a due figli, componenti del consiglio di amministrazione e ha provveduto ad effettuare perquisizioni tra Napoli, Roma e Lille. L’attaccante nigeriano fu acquistato per 70 milioni, più 10 milioni di bonus. Nell’operazione furuno insieriti 4 tesserati del Napoli valutazioni che secondo gli inquirenti sarebbero state fuori mercato: Palmieri, 7 milioni; il portiere Karnezis, 4.8 milioni; Manzi, 4 milioni e Liguori, 4 milioni. Nessuno di questi calciatori è stato impiegato dal club francese e in particolare i tre ragazzi del vivaio sono rimasti a giocare in prestito in Italie e oggi militano nelle categorie minori del calcio italiano.

La giustizia sportiva

Il trasferimento dell’attaccante nigeriano dal Lille al Napoli è stato già oggetto nei mesi scorsi di un’inchiesta della giustizia sportiva nell’ambito del caso plusvalenze che ha coinvolto la Juventus ed altri club. Nel procedimento sportivo non sono stati riscontrati illeciti sportivi a carico del Napoli e del presidente De Laurentiis.Nell’aprile 2022 in particolare il Tribunale federale nazionale della Figc per il caso plusvalenze non aveva accolto la richiesta della Procura che per De Laurentiis aveva chiesto 11 mesi e 5 giorni di inibizione (la richiesta di inibizione riguardava però anche i dirigenti Andrea Chiavelli, la moglie Jaqueline e il figlio Edoardo vice presidente del club).

Fonte: Il Sole 24 Ore