
Debito extra per difesa e infrastrutture: Bundestag riunito il 13 marzo. La svolta di Merz
BERLINO – La riforma del freno al debito, che libera la spesa per la difesa sopra l’1% del Pil dal vincolo costituzionale, potrebbe arrivare al Budestag già a metà della prossima settimana, insieme al fondo per le infrastrutture da 500 miliardi in dieci anni. Tempi cortissimi per rompere un tabù, per i conservatori e per la Germania, per anni aggrappati al principio del pareggio di bilancio, lo “zero nero”. L’accordo tra Cdu-Csu e socialdemocratici (Spd) è stato annunciato il 4 marzo dal futuro cancelliere, Friedrich Merz. Un’intesa raggiunta in tempi stretti e che può accelerare la formazione di un accordo di Governo.
I tempi
Il Bundestag potrebbe essere convocato in via straordinaria il 13 marzo, per esaminare la riforma in prima lettura. Il 18 potrebbe esserci l’approvazione. Il 21, toccherebbe al Bundesrat, il Senato composto dai rappresentanti dei Länder.
L’obiettivo è chiudere prima del 25 marzo, quando si insedierà il nuovo Bundestag, dove Alternative für Deutschland (Afd) e Die Linke hanno insieme più di un terzo dei seggi e possono bloccare la riforma costituzionale. Esiste un solo precedente di convocazione del Bundesatg dopo le elezioni, nel 1998, c’era la guerra nella ex-Jugoslavia. Afd e Linke mettono in dubbio la legittimità della manovra.
Nell’attuale Camera, Spd e Cdu-Csu hanno 403 seggi, contro i 489 necessari per la maggioranza dei due terzi. Servirà il sostegno dei Verdi (117 deputati), che sono a favore della riforma, ma vogliono avere voce in capitolo, prima di assicurare il loro appoggio: «Se approveremo o no gli emendamenti costituzionali resta da vedere», ha detto la co-leader del gruppo parlamentare, Katharina Dröge.
I Liberali (Fdp) si sono sempre opposti alla riforma del freno, al punto da arrivare alla rottura con gli ex alleati di Spd e Verdi nella coalizione Semaforo, crollata a novembre. Il leader del gruppo parlamentare, Christian Dürr, ha però detto che sulla difesa la Fdp (90 deputati) sarebbe disposta a dire sì.
Fonte: Il Sole 24 Ore