
Decreto economia, ok del Senato alla fiducia. Dall’Iva sulle opere d’arte al bonus mamme: tutte le novità
Il Senato ha approvato la questione di fiducia posta dal governo sul decreto Economia. I sì sono stati 97, i no 66, e un senatore si è astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. Il Decreto economia è un provvedimento ampio e trasversale, che tocca settori diversi ma tutti centrali nella tenuta economica e sociale del Paese. Dal contestato payback sanitario alle misure per la competitività industriale, fino agli interventi fiscali sul mercato dell’arte e al sostegno al lavoro femminile, il decreto cerca di tenere insieme esigenze di bilancio e domanda di equità, con soluzioni che puntano spesso a smussare conflitti aperti più che a risolverli definitivamente.
Payback sanitario: tregua temporanea con le imprese dei dispositivi medici
Uno dei nodi più controversi affrontati dal decreto riguarda il cosiddetto payback sanitario, cioè il meccanismo secondo cui, in caso di sforamento dei tetti regionali di spesa per dispositivi medici, le imprese fornitrici devono contribuire al ripiano del disavanzo. Questa regola, applicata anche in forma retroattiva per diversi anni passati, ha generato migliaia di contenziosi e un duro scontro tra aziende e pubbliche amministrazioni. Il Decreto non elimina il payback, ma ne rimodula l’impatto: le aziende potranno versare quanto dovuto in quattro rate annuali, mentre chi paga in un’unica soluzione potrà accedere a uno sconto del 10%. In alcuni casi, le imprese con fatturati o margini molto bassi potranno essere esonerate del tutto o in parte. È prevista anche la possibilità di compensare i debiti con crediti vantati verso la PA, attraverso una procedura di certificazione rapida. Il provvedimento, come sottolineato nel dossier parlamentare, ha l’obiettivo di evitare il collasso del settore e garantire al contempo la continuità delle forniture al Servizio Sanitario Nazionale, ma resta una misura ponte, in attesa di una revisione complessiva del sistema.
Industria e imprese: fondi per la riconversione e la competitività
Il decreto dedica ampio spazio anche al sostegno delle imprese industriali, in particolare quelle localizzate in aree di crisi o in comparti strategici come l’acciaio. Vengono stanziate risorse per garantire la continuità produttiva degli stabilimenti strategici (come gli impianti siderurgici di Taranto e Piombino), accompagnando il processo di decarbonizzazione con progetti di innovazione tecnologica come la produzione del preridotto. Sono previste inoltre semplificazioni normative per attrarre investimenti, il rafforzamento degli strumenti per gli accordi di sviluppo e incentivi all’occupazione e alla riqualificazione dei lavoratori. L’idea è quella di non limitarsi a tamponare le crisi, ma di avviare una politica industriale attiva, che accompagni le transizioni ecologiche e digitali e rafforzi la competitività delle filiere produttive nazionali.
Arte e mercato: Iva ridotta per la vendita diretta degli artisti
Un’altra misura contenuta nel decreto, meno visibile ma significativa, riguarda il settore culturale. Viene introdotta l’IVA agevolata al 5% per la vendita diretta di opere d’arte da parte degli autori o dei loro eredi. Si tratta di una misura pensata per incentivare la produzione e il commercio di arte contemporanea, riconoscendo il valore economico e simbolico del lavoro artistico. Secondo la relazione tecnica, questa norma punta anche a favorire la tracciabilità del mercato dell’arte e a contrastare l’evasione fiscale, stimolando il passaggio da transazioni informali a circuiti ufficiali e regolari.
Bonus mamme lavoratrici: sostegno diretto all’occupazione femminile
La legge contiene infine un rafforzamento del bonus contributivo per le madri lavoratrici con figli a carico. In particolare, viene confermata per il 2025 l’esenzione totale dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti con almeno due figli, a partire dal secondo anno di vita del più piccolo. La misura è pensata per incentivare la permanenza nel mercato del lavoro delle donne con figli, in un Paese dove l’occupazione femminile resta tra le più basse in Europa. Secondo il dossier parlamentare, il bonus rappresenta una forma di sostegno diretto al reddito e un incentivo a lungo termine alla natalità, ma il suo impatto sarà legato alla stabilità della misura nel tempo e alla sua compatibilità con le esigenze delle imprese.
Fonte: Il Sole 24 Ore