Decreto ex Ilva, sì della Camera alla fiducia. Dai finanziamenti alla Cig, le misure per le aziende in crisi

Decreto ex Ilva, sì della Camera alla fiducia. Dai finanziamenti alla Cig, le misure per le aziende in crisi

La Camera ha approvato con 178 voti a favore la fiducia al decreto ex Ilva. I contrari sono stati 107 e gli astenuti 4. Il decreto-legge che va verso l’ok finale di Montecitorio introduce una serie di misure volte a garantire la continuità produttiva, il rilancio industriale e il sostegno occupazionale, in particolare legate al polo siderurgico ex Ilva. La legge prevede un finanziamento statale fino a 200 milioni di euro per il 2025 destinato a Ilva in amministrazione straordinaria, per interventi urgenti sugli impianti e per garantirne la sicurezza. Il prestito, a tasso di mercato e con durata massima di 5 anni, potrà anche essere trasferito ad Acciaierie d’Italia. La restituzione dovrà avvenire entro 120 giorni dalla vendita degli impianti o, al massimo, entro cinque anni, con priorità rispetto ad altri debiti.

L’Assemblea riprenderà l’esame del provvedimento dalle 16 (al termine del voto del Parlamento in seduta comune per l’elezione di un componente del Csm), procedendo alla discussione dei relativi ordini del giorno e al voto finale, atteso intorno alle 20.

Fondi e investimenti

All’interno della normativa è prevista la realizzazione di impianti di preridotto: elimina i riferimenti al Pnrr e all’idrogeno, poiché le risorse provengono ora dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. Prevede anche che la società incaricata possa avvalersi di un partner privato scelto tramite gara. Inoltre si introducono semplificazioni burocratiche per investimenti superiori a 50 milioni di euro in aree ex Ilva o collegate. L’investitore dovrà presentare un piano al Ministero delle imprese, che potrà nominare un commissario straordinario per coordinare l’intervento. Consentendo anche per il 2024 a regioni e province autonome di usare fondi residui per sostenere imprese strategiche, come già avvenuto nel 2023. La legge stanzia 20 milioni per un ulteriore intervento di integrazione salariale straordinaria (massimo sei mesi non prorogabili) destinato a imprese in fase di cessazione con possibilità concrete di vendita e riassorbimento occupazionale ed aumenta il tetto di spesa per il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti da aziende sequestrate o confiscate e in amministrazione giudiziaria, per gli anni 2025 e 2026.

L’ingresso dei soggetti pubblici

La norma regola la cessione dei contratti di acquisto di complessi aziendali in caso di problemi contrattuali, permettendo l’ingresso di un nuovo soggetto, anche pubblico. L’autorizzazione ministeriale e il tetto all’importo di cessione servono a tutelare l’interesse pubblico.

Fonte: Il Sole 24 Ore