
Decreto fiscale, via libera in commissione: approvato il ravvedimento speciale
Via libera al correttivo che ripropone il ravvedimento speciale per gli anni 2019-2023. E’ stato approvato in commissione Finanze alla Camera l’emendamento riformulato dal presidente Marco Osnato (Fratelli d’Italia) al decreto fiscale (Dl 84/2025) che riapre la sanatoria sul passato solo per le partite Iva che aderiranno al concordato preventivo biennale per il 2025-2026. La correzione (molto attesa soprattutto da chi deve decidere sul concordato) era stata accantonata in attesa della riformulazione. Il testo del decreto, approvato in una seduta lampo in Commissione, è atteso in Aula a partire da lunedì. Poi passerà al Senato per la seconda lettura
La norma sul ravvedimento speciale, che rappresenta di fatto una nuova sanatoria, replica quella già sperimentata lo scorso anno al debutto del concordato, spostandone in avanti i termini temporali. Accettando la proposta dell’Agenzia delle Entrate, autonomi e professionisti potranno chiudere i conti arretrati con il Fisco per gli anni dal 2019 al 2023. Chi aderirà al concordato fiscale per la prima volta nel biennio 2025-2026, avrà la possibilità di “scudare” le annualità comprese tra il 2019 e il 2023. Chi invece ha già aderito l’anno scorso, potrà sanare il 2023, considerato che gli anni precedenti sono già emersi.
Gli importi da pagare in via agevolata variano a seconda delle pagelle fiscali di ciascun contribuente, i cosiddetti Isa. L’emendamento stabilisce infatti che la base imponibile Irpef è costituita dalla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità e il valore effettivo incrementato del 5% per chi ha un punteggio di affidabilità pari a 10; del 10% per chi va da 8 a 10; 20% da 6 a 8; 30% da 4 a 6; 40% da 3 a 4; infine 50% per chi è sotto il 3. L’imposta sostitutiva segue la stessa logica: chi ha un voto pari o superiore a 8 dovrà versare il 10% del reddito non dichiarato. Chi ha tra il 6 e l’8 salirà al 12% e chi non arriva al 6 dovrà pagare il 15%.
L’aliquota Irap è invece uguale per tutti e pari al 3,9%. Per il 2020 e il 2021, anni del Covid, è previsto un ulteriore sconto del 30%. In ogni caso il valore complessivo dell’imposta da pagare non può essere inferiore a 1.000 euro. Il versamento (questi i dettagli riformulati in commissione) può essere effettuato in un’unica soluzione tra il primo gennaio e il 15 marzo 2026, oppure in un massimo di 10 rate mensili maggiorate di interessi
Tra gli altri emendamenti approvati in commissione, il correttivo finalizzato a mettere dei paletti ai blitz di Entrate e Guardia di Finanza in azienda, chiedendo che negli atti di autorizzazione e nei verbali redatti a fine verifica vengano «espressamente e adeguatamente indicate e motivate le circostanze e le condizioni che hanno giustificato l’accesso».
Fonte: Il Sole 24 Ore