
Decreto Flussi, sì del Governo: ecco cosa cambia
Si completa il quadro normativo sui flussi di lavoratori stranieri in Italia per il 2026. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il Dpcm che autorizza 497.550 ingressi nel prossimo triennio (164.850 per il 2026, 165.850 per il 2027 e 166.850 per il 2028, suddivisi tra 230.550 subordinati non stagionali e autonomi e 267mila stagionali) e ha accordato il via libera anche al decreto legge che era stato varato il 4 settembre, ma che il Governo ha deciso di modificare.
Azionata la marcia indietro, dunque, come anticipato sul Sole 24 Ore di mercoledì scorso, sugli ingressi fuori quota di assistenti familiari per disabili e grandi anziani, che inizialmente era stato previsto venissero messi a regime e senza limiti numerici : il «nuovo» articolo 5 proroga invece la sperimentazione, introdotta per quest’anno dal Dl 145/2024, per il solo triennio 2026-2028 e reintroduce il tetto di 10mila ingressi, tenendo ferma la regola secondo cui la richiesta deve essere presentata esclusivamente attraverso le associazioni di categoria del settore domestico o tramite le agenzie per il lavoro.
La norma è il frutto di una mediazione tra posizioni diverse. Da un lato c’è quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, convinto che i canali fuori quota vadano potenziati, a maggior ragione quando si tratta di soddisfare la domanda di badanti da parte delle famiglie, in un Paese sempre più anziano e bisognoso di caregiver, e certamente mantenendo fermi «il riscontro rigoroso dei requisiti di ingresso a tale titolo» (come si precisava nella relazione introduttiva al Dpcm che anticipava la volontà di procedere in questa direzione). Il tiraggio limitato della misura – al 18 giugno le relative domande di nulla osta risultavano pari a 1.300 circa (il 13%) – aveva rassicurato l’Esecutivo: da qui la scelta iniziale di rendere la misura strutturale e di togliere il tetto di 10mila ingressi.
Dall’altra parte, però, sono montati i malumori nei partiti di maggioranza, in particolare nella Lega di Matteo Salvini, sull’apertura indiscriminata di un canale di ingresso nel nostro Paese. Timori e perplessità che hanno tenuto quasi un mese il testo in viaggio tra Palazzo Chigi e gli uffici tecnici di Viminale e ministero del Lavoro e impedito l’approdo sulla Gazzetta Ufficiale. Fino ai giorni scorsi, quando si è trovata la quadra, in equilibrio tra le diverse esigenze: assicurare alle famiglie il fabbisogno di badanti, ma anche, al tempo stesso, garantire il controllo sui numeri di chi entra nel nostro Paese.
Con la pubblicazione del Dl e del Dpcm in Gazzetta, si metterà in moto la macchina organizzativa in vista dei click day dell’anno prossimo: si dovrebbe partire il 12 febbraio con gli stagionali agricoli, proseguire il 9 febbraio con gli stagionali turistici e terminare tra il 16 e il 18 febbraio con i 76.850 lavoratori subordinati non stagionali, di cui 650 autonomi (i settori sono stati ampliati anche al commercio, alla logistica, al tessile, al metallurgico e alla sanità), i 13.600 colf, badanti e baby sitter e i 500 lavoratori “qualificati”, ossia imprenditori e manager, liberi professionisti, artisti e startupper.
Fonte: Il Sole 24 Ore