
Dietro agli indicatori esercizi di democrazia
Da anni, esperti di tutto il mondo dibattono sui principi statistici necessari a misurare il benessere economico e sociale sulla base di parametri che riflettano in maniera più adeguata l’esperienza dei cittadini, coinvolgendoli direttamente nel dibattito di politica pubblica che questi parametri sollevano. L’esercizio che alcuni considerano di natura prettamente statistica é in realtà un esercizio di democrazia. Si tratta di esprimere le priorità individuali e collettive per vivere bene in contesti economici, sociali e ecologici che mutano rapidamente, per i quali gli studi sulla qualità della vita forniscono uno strumento di consapevolezza e di possibile allineamento, rendendo i cittadini attori della polis.
L’Ocse ha cominciato a lavorare sul tema della qualità della vita negli anni ’70, in margine alle prime riflessioni sui limiti planetari dello sviluppo economico, con lo scopo di accompagnare gli istituti statistici e i governi nella definizione di nuove misure di benessere. In mezzo secolo di ricerca economica e statistica, tante sono le innovazioni subentrate, come dibattuto durante l’ultimo OecdWell-Being Forum a inizio novembre. La prima é concepire il benessere come un’immagine ad alta risoluzione, da rilevare a livello territoriale e loca+le, e per gruppi della popolazione che hanno condizioni di vita molto diverse.
La seconda é strutturare la misurazione a partire da principi metodogici robusti e condivisi, come ad esempio il focus multidimensionale su benessere economico, sociale, relazionale e ecologico, l’equità e un orizzonte temporale di medio e lungo periodo. La terza é l’importanza di creare dei percorsi partecipati per sviluppare, analizzare e diffondere le misurazioni sul benessere. La classifica del Sole 24 ore coglie questi aspetti in maniera essenziale e fornisce un’analisi stimolante dei luoghi di benessere che possono essere le città. Uno dei rapporti del Centro Wise dimostra che gli spazi e contesti urbani hanno un’influenza profonda sulle condizioni e qualità di vita individuali e collettive, non solo attraverso meccanismi ben collaudati, quali mercato del lavoro, opportunità imprenditoriali e accesso a servizi. Le abitazioni, i trasporti, la progettazione urbana, l’uso del suolo e delle infrastrutture energetiche incidono sulla salute, la sicurezza, la qualità ambientale e le connessioni sociali. In un’epoca caratterizzata da transizione demografica e ecologica, le città sono anche laboratori d’eccezione per le nuove sfide di sviluppo sostenibile, che richiedono di conciliare prosperità economica, inclusione sociale e sostenibilità ambientale – per esempio secondo l’approccio Doughnut Economics presentato al Forum dell’Ocse.
Interessante che i temi speciali della classifica del Sole coprano aspetti come la qualità della vita delle donne, dei bambini e degli anziani, in linea con il focus dell’ultimo rapporto Ocse “Come va la vita”. Il rapporto mette in evidenza che le donne, in media, hanno meno probabilità di essere occupate e tendono a ottenere risultati peggiori in vari aspetti della qualità della vita (ad esempio, percepiscono la loro salute come peggiore, sono più propense a riportare emozioni negative piuttosto che positive, inclusi dolori fisici, e si sentono più sole e meno sicure nei loro quartieri di notte). D’altra parte, gli uomini vivono in media vite più brevi, sono più propensi a riportare una soddisfazione molto bassa nelle relazioni personali e hanno una probabilità considerevolmente maggiore di lavorare più ore in lavori retribuiti o di morire come vittime di omicidio o in seguito a malessere estremo (suicidi, overdose di droga o abuso acuto di alcol). Per quanto riguarda le differenze legate all’età, i giovani conseguono migliori risultati in termini di salute, benessere soggettivo e alcuni aspetti delle connessione sociali, mentre gli adulti di mezza età hanno maggiori probabilità di essere occupati e di sentirsi più sicuri, e le persone anziane hanno maggiore fiducia nel governo e sono meno propense a provare rabbia.
Infine la classifica del Sole tratta del digitale, tema di grande rilievo per le politiche pubbliche che il Centro Wise sta studiando attraverso il Digital Well-Being Hub. L’inchiesta on line raccoglie dati volti a supportare le strategie digitali dei paesi Ocse e mitigare gli effetti nocivi del digitale soprattutto sui bambini e i più giovani.
Fonte: Il Sole 24 Ore