
Difesa, maxi gara per impianti rinnovabili nelle aree militari
La rotta principale l’ha ribadita il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che, in linea con l’esigenza dell’Italia di accelerare sul raggiungimento dei target green, ha delineato un percorso stringente per arrivare, anche nel mondo della difesa, a una svolta in tal senso in un’ottica di indipendenza energetica. Un tassello, quest’ultimo, che riceverà ora un grande assist dalla maxi gara bandita da Difesa Servizi, la società in house del ministero della Difesa, guidata da Luca Andreoli, che si occupa di gestire e valorizzare i suoi asset. La procedura, appena pubblicata sulla Gazzetta Europea e su quella Ufficiale, punta a valorizzare 23 sedimi militari (900 ettari nel complesso) per l’installazione e gestione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili tramite una concessione della durata di 25 anni a privati investitori che potranno presentare le proprie offerte entro il prossimo 15 ottobre. È il primo mega bando lanciato dalla società, al quale, con ogni probabilità, ne seguiranno altri per raggiungere l’autosufficienza energetica tratteggiata da Crosetto nella sua strategia.
Andreoli: importanti e positive ricadute anche per verso il sistema Paese
«La produzione di energie da fonti rinnovabili è un passaggio necessario per fornire una maggiore autonomia energetica alla Difesa e avrà importanti e positive ricadute anche verso il sistema Paese», spiega a Il Sole 24 Ore Luca Andreoli, il numero uno di Difesa Servizi, che, aggiunge, «farà la sua parte, sempre ricorrendo a investimenti privati, in un processo molto più ampio che riguarda lo sviluppo di una nuova mentalità energy oriented all’interno di tutto il comparto».
I numeri della maxi gara
Va detto che la gara appena pubblicata – il cui valore ammonta a circa 770 milioni di euro – rappresenta uno snodo importante di un percorso partito, però, da tempo, come chiarisce lo stesso manager: «La società si è fatta interprete di questa esigenza e, insieme a importanti partner commerciali, valorizzando i beni del ministero della Difesa, ha contribuito a realizzare impianti fotovoltaici già a partire dal 2012 interessando caserme e aree militari. Oggi, oltre a migliorare quegli impianti, è impegnata a realizzarne di nuovi, esplorando l’implementazione di sistemi per contribuire al miglior utilizzo dell’energia verde». Si stima, infatti, che, con la tecnologia attualmente nota, potranno essere installati impianti fotovoltaici con una potenza complessiva di circa 500 megawatt, in grado di generare ogni anno più di 650mila megawattora.
Il rinvio al decreto Energia
Una spinta non da poco, dunque, dal maxi bando. La cui messa a terra è in linea anche con l’articolo 20 del decreto 17 del 2022 (il Dl Energia). Con quel provvedimento, infatti, si stabiliva, come si ricorderà, che il ministero della Difesa, anche per il tramite di Difesa Servizi, potesse affidare in concessione o utilizzare direttamente, in tutto in parte, i beni del demanio militare o a qualunque titolo in uso allo stesso dicastero, per installare nuovi impianti green. Potendo rientrare di diritto nella classificazione di aree idonee – in virtù di quanto previsto dal decreto 199 del 2021 – e potendo, quindi, beneficiare di iter più celeri.
La strategia di riduzione dei costi
Tornando alla gara, i sedimi interessati sono organizzati in tre blocchi e gli investimenti per la realizzazione dei campi fotovoltaici saranno in capo agli operatori economici privati che risulteranno aggiudicatari (nel disciplinare di gara si stima, per ogni lotto/sedime, un investimento medio pari a 700mila euro per ogni ettaro di estensione delle aree utili). Nei siti sono previste aree e coperture di edifici in cui installare e gestire campi fotovoltaici con cessione dell’energia green a prodotta a favore del ministero della Difesa. E le articolazioni del dicastero, interessate dall’attivazione dei meccanismi di autoconsumo dell’energia green, riconosceranno ai produttori un valore al kilowattora ridotto rispetto a quanto oggi pagato per la stessa somministrazione, con il risultato di contenere la spesa energetica sostenuta annualmente dalla Difesa. In modo da combinare l’accelerazione della svolta green con una riduzione dei costi.
Fonte: Il Sole 24 Ore