
Difesa, Nato e Ue litigano sul “muro di droni”. Ecco perché
Si delinea sempre più un braccio di ferro tra Unione europea e Nato sul progetto di un muro anti droni. Oggi, mercoledì 15 ottobre, si riuniscono i ministri della Difesa della Ue, tra l’altro dopo aver fatto tappa alla Nato per la ministeriale dell’Alleanza. Domani, giovedì 16 ottobre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen scoprirà le sue carte e presenterà la road map dell’Unione europea per la difesa.
In questo giro di incontri si inserisce uno dei punti più controversi, che interessa in prima battuta il rapporto tra difesa comune europea e Nato: è il dossier “muro dei droni”, il progetto pilota al quale la Commissione vuole subito lavorare con la collaborazione (e il know-how) dell’Ucraina. La soluzione è stata proposta dalla commissione europea dopo che il mese scorso circa 20 droni russi sono entrati nello spazio aereo della Polonia, membro della Ue e della Nato. Ma a stretta giro fonti interne all’Alleanza Atlantico hanno fatto trapelare un messaggio:”Va bene che l’Unione Europea abbia posto al centro dell’attenzione il tema, ma la competenza è nostra”.
Il drone-wall, in realtà, non è un vero proprio muro ma un sistema di intercettazione di questi velivoli. Per l’Ue si tratta, di fatto, della nuova frontiera della guerra ibrida di Mosca. «Giovedì la Commissione approverà la nostra Roadmap per la prontezza in materia di difesa, che presenteremo al Consiglio alla fine di ottobre», ha chiarito Andrius Kubilius, Commissario europeo per la difesa e lo spazio.
«Bene il Muro di Droni Ue ma sia gestito dalla Nato»
Il muro anti-drone proposto da von der Leyen e indicato come un progetto prioritario dalla Roadmap Ue sulla difesa viene dunque giudicata all’Alleanza Atlantica come «una buona idea» ma, allo stesso tempo, si sottolinea quanto sia ancora in una «fase embrionale». È quanto ha affermato una fonte diplomatica alleata. I ministri della Difesa ne discuteranno in queste ore, soprattutto dal punto di vista delle «capacità richieste. È essenziale – ha messo in evidenza la fonte – che la discussione sui requisiti sia condotta da noi e che il comando sia incardinato alla Nato».
«Intanto partiamo dall’ovvio: non ci sarà mai un muro dal Baltico al Mediterraneo», ha aggiunto l’alto funzionario Nato. «Quello che stiamo costruendo, e lo stiamo già facendo, è una struttura di difesa aerea integrata che tenga conto delle minacce di alto livello (ovvero i missili) che basso (ovvero i droni). Ma non avrà mai il cappello dell’Ue», ha sottolineato senza mezzi termini. Ciò che la Commissione può fare, ed anzi è incoraggiata a farlo, è fornire gli strumenti economici agli alleati per accelerare il processo. Che appunto è già in corso.
Fonte: Il Sole 24 Ore