Diritti tv, per la Serie A a rischio 300 milioni di ricavi dall’estero

La Serie A si gioca tutto o quasi in poche settimane. Il ciclo di vendite dei diritti tv per il triennio 2021-2024 si interseca infatti con la partnership da siglare con i fondi di investimento che hanno messo sul piatto 1,7 miliardi per il 10% della media company destinata (si spera) a rivoluzionare il settore e massimizzare i ricavi media dei club tricolori. Il 26 gennaio scade il termine per presentare le offerte per i diritti tv domestici da cui si attendono 1,15 miliardi di ricavi annui (con il rebus di Amazon), mentre il giorno prima è atteso il voto finale sull’alleanza (di cui si stanno limando le condizioni) con Cvc, Advent e Fsi. I club, con uno scenario stagionale di riduzione dei proventi da stadio e sponsor di almeno mezzo miliardo per effetto della pandemia, hanno urgenza di liquidità far fronte a ingaggi e oneri finanziari. Nell’asta per le trasmissioni all’estero del campionato tricolore appena lanciata i primi risultati però evidenziano il rischio di perdere rispetto al ciclo triennale precedente un centinaio di milioni all’anno. Attualmente la Lega incassa 371 milioni a stagione.

Il valore dei diritti esteri

Dall’apertura delle buste avvenuta giovedì scorso sono emerse in effetti queste indicazioni (e pensare che gli stessi fondi puntano soprattutto sulla valorizzazione dei diritti esteri della Serie A). Se complessivamente le prospettive per ora non sono rosee, tuttavia ci sono anche buone tracce di lavoro per le trattative private che l’ad della Lega Luigi De Siervo dovrà d’ora in avanti condurre per incastrare geograficamente le varie offerte nella maniera più redditizia. Sul tavolo ce ne sono 14 presentate da intermediari e 35 da broadcaster.Le offerte degli intermediariAl momento, per quello che Il Sole 24 Ore ha potuto ricostruire, le offerte globali più alte sarebbero quelle di Aser (fondo di proprietà di Andrea Radrizzani, patron del Leeds) e di Infront che si aggirerebbero intorno ai 180 milioni a stagione. Più indietro Mediapro (intorno ai 150 milioni) e Img (gli americani attuali detentori dei diritti esteri che in totale hanno pagano per lo scorso triennio 1.050 milioni).

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Le prospettive

Il livello basso di queste offerte sconta oltre alla congiuntura sfavorevole, l’attesa di un secondo giro di offerte, l’assenza dell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa) e alcune clausole non gradite dagli operatori (come l’obbligo di pagare anche in caso di blocco del torneo per fattori come la pandemia). Senza dimenticare il nodo delle trasmissioni per le comunità italiane all’estero. La nota più dolente del bando è l’assenza di offerte rilevanti per l’Asia e la Cina (con PP Sports, la streaming tv di Suning che aveva acquisito i diritti per 20 milioni all’anno in ritirata). Mentre sono incoraggianti le proposte pervenute da Disney (Espn) e Cbs per gli Usa e il Nordamerica che dovrebbero aggirarsi intorno ai 40 milioni a stagione. Così come ha sopreso in positivo l’iniziativa di Kosmos, società del difensore del Barcellona Gerard Piqué, molto vicina ai giapponesi di Rakuten (sponsor dei Blaugrana), per l’eslcusiva della Serie A in Europa. Un’area che da sola oggi vale poco meno di 100 milioni.

Middle East and North Africa

Per l’area Mena venerdì scorso è stata avviata una procedura ad hoc con 25 pacchetti, uno per tutta l’area e 24 per ogni paese (le offerte sono attese dal 28 gennaio al 1° febbraio). Questa marcoregione da 500 milioni di abitanti sarà cruciale per il successo dell’asta generale perchè vale ad oggi circa 110 milioni all’anno. Finora la copertura è stata assicurata dai qatarioti di beIN Sport (che manda in onda la Serie A dal 2005 e ha i diritti tv di tutto il calcio europeo). L’accordo della Lega con l’Arabia Saudita per disputare a Riad tre finali di Supercoppa in cinque anni tuttavia ha incrinato i rapporti con beIN Sports che accusa l’Arabia Saudita di coprire la pirateria di beoutQ. Il network qatariota si ritiene scarsamente tutelato dall’Italia a differenza di ciò che accade in Premier (con cui beIN ha appena rinnovato) e in Liga. Lo scorso anno beIN pur avendo pagato tutti i diritti della Serie A per protesta ha rinunciato a trasmettere alcune gare. Dal Qatar potrebbe arrivare perciò un’offerta iniziale di circa la metà rispetto a quanto pagato nell’ultimo triennio. Altri network dell’area sono Abu Dhabi Sports e i sauditi di Riyadiya Ksa Sport, che però non hanno la diffusione di beIN. La speranza è che la pace da poco siglata tra Riad e Doha dopo tre anni di embargo possa agevolare future trattative al rialzo.

(articolo pubblicato domenica 17 gennaio 2021)

Fonte: Il Sole 24 Ore