
Discriminazione abitativa in Europa: oltre 5 milioni esclusi tra Italia e Spagna
La discriminazione? Può essere dietro l’angolo. Dall’affitto di una casa all’istruzione, passando per l’utilizzo di impianti e mezzi pubblici sino all’ingresso nei locali. Sono solo alcuni aspetti in cui una parte degli abitanti dei Paesi dell’Ue ha affermato di essersi sentiti discriminati. Gli elementi comuni che legano diversi ambiti ma che caratterizzano questa situazione, sono la disabilità e il rischio povertà. E, soprattutto, i giovani considerati «non sempre affidabili».
Lo studio Eurostat
Nel 2024 nei Paesi dell’Ue il 5,9% delle persone di età pari o superiore a 16 anni ha dichiarato «di sentirsi discriminato nella ricerca di un alloggio». E, in questo quadro, la percentuale più alta si è registrata tra le persone a rischio povertà o esclusione sociale (10,1%) contro il 4,7% delle persone non a rischio. A sentirsi discriminato nell’utilizzo dei mezzi pubblici sono state soprattutto le persone con una disabilità. Il 9,3% contro il 4,1% di coloro con limitazioni nelle attività. È il quadro che emerge da un rapporto dell’Eurostat riferito allo scorso anno. In questo contesto rientrano una serie di fattori che vanno dal credo religioso alla provenienza e al lavoro svolto.
La disabilità
«Nel 2024, l’8,3% delle persone con disabilità (limitazioni nelle attività) nell’UE si è sentito discriminato nella ricerca di un alloggio – scrive il rapporto -. Questa percentuale è circa 1,6 volte superiore a quella delle persone senza disabilità (5,3%). Il divario nella discriminazione auto-segnalata è ancora più ampio quando si contattano i servizi governativi e amministrativi, con il 9,3% delle persone con limitazioni nelle attività che segnalano una discriminazione auto-percepita, una percentuale 2,3 volte superiore a quella delle persone senza tali disabilità (4,1%)». Non solo, nell’interazione con le istituzioni scolastiche, «un numero maggiore di persone con disabilità ha segnalato discriminazioni rispetto alle persone senza disabilità (4,1% rispetto al 2,3%). Il rapporto è stato simile per la discriminazione auto-percepita negli spazi pubblici, con un numero maggiore di segnalazioni per le persone con disabilità (4,9%) rispetto alle persone senza disabilità (2,9%)».
Il quadro italiano non è comunque confortante. Secondo uno studio realizzato dall’Università Unicusano una persona con disabilità su tre è a rischio povertà o esclusione sociale. Dell’intero panorama di persone con disabilità (complessivamente sono circa 3 milioni) solo 7 su 100 riescono a completare gli studi laureandosi. Lo studio evidenzia anche che il 17% delle persone con disabilità ha subito violenze o abusi.
Le difficoltà nel trovare casa
La discriminazione si vive anche quando si cerca una casa e, non si hanno problemi di salute. Perché, in gioco entrano altri fattori che spaziano dalla nazionalità al contesto economico, sino alla religione. Dam, commerciante all’ingrosso con negozio a Cagliari e a Dakar, non nasconde le difficoltà incontrate quando ha lasciato la casa che condivideva con i suoi connazionali per cercarne una autonoma. «Il primo mi ha detto che non aveva disponibilità – racconta. – dopo una serie di ricerche sono riuscito a trovarne una. Ma è stato molto complicato perché mi hanno chiesto caparra, dichiarazione dei redditi e tutta la documentazione sul mio lavoro».
Fonte: Il Sole 24 Ore