
Distretti culturali locali sul palcoscenico digitale
Dublino, Londra, Chicago, Los Angeles, Seul. Dopo aver girato il mondo intero, l’Italia diventa un tesoro da esplorare. Di più, da giocare. Così Luca De Bellis, 33 anni, bergamasco di nascita e globetrotter di studi e professione, ritorna nella sua città natale per accendere Garipalli, fusione tra Garibaldi e palli. L’intuizione arriva in Corea, dove questa parola significa “smart”. «Ogni volta che parlavo all’estero del mio Paese era sempre la stessa storia, o meglio la stessa lista. Tutti pensano a pizza, Vespa, Colosseo. Con la mia squadra vogliamo portare l’eredità italiana nel digitale, farla scorrere nei linguaggi di oggi. Un racconto culturale, contemporaneo e interattivo». L’headquarter è a Milano con un team di sceneggiatori, designer, sviluppatori. «Ci occupiamo di creative culture. Valorizziamo i luoghi della cultura – musei, pinacoteche, gallerie – in modo aggiornato. Siamo convinti che la storia non vada solo conservata: va rigiocata. Ascoltiamo i luoghi, le persone, le storie. La cultura non è un museo chiuso, ma un campo da gioco da riattivare», dice De Bellis.
Un format per ridare senso ai luoghi
A mille chilometri di distanza Diego Contino, 46 anni nato a Cupertino, nella provincia leccese, ha lanciato un format che richiama una nota pellicola cinematografica, “Tre uomini e una mappa”. Lo ha fatto col divulgatore Massimo Cannoletta e con il food blogger Antonluca Iasi. Progetto ibrido e solidale con un obiettivo: restituire senso ai luoghi. Un format che racconta sapori e persone: dal pasticciotto alla puccia, dal fruttone alla cotognata, il tour diventa uno storytelling multimediale. «La vera ricchezza non è solo nei prodotti, ma nelle mani di chi li fa. Ogni artigiano è un custode di memoria. La cultura, se resta chiusa nei convegni o nei festival, si spegne. Deve tornare per strada, nelle botteghe, nei bar e anche nei feed social», dice Contino.
Effetto moltiplicatore
È la nuova generazione dei distretti culturali accelerati dal digitale per un mercato che vale 104,3 miliardi di euro con 284mila imprese e 1,55 milioni di addetti, secondo Fondazione Symbola. Le botteghe culturali godono di un effetto moltiplicatore perché vanno ovunque. Lo slancio abbraccia tutta la creazione di contenuti – dall’editoria di settore all’intrattenimento audio – e intercetta modelli di distribuzione e consumo.
Dalla musica all’editoria
Anche di questo si occupa From local stories to global stages, ricerca sull’impatto internazionale dell’industria creativa e culturale di Amazon presentata in anteprima sul Sole24Ore. Il documento fotografa il contributo nei principali mercati europei e rivela il ruolo del colosso di Seattle sull’economia creativa italiana: oltre 400 partnership con etichette discografiche e più di 60 titoli originali. «Stiamo permettendo ai creatori di raggiungere un pubblico globale. Con Kindle Direct Publishing migliaia di autori italiani possono pubblicare direttamente per lettori in tutto il mondo, mentre le nostre collaborazioni musicali aiutano gli artisti a trovare nuovi ascoltatori. Stiamo arricchendo le economie locali: l’impatto si estende al turismo e alle attività locali, E stiamo aumentando l’accesso alla cultura, particolarmente nelle aree rurali», dice Yohann Bénard, Public Policy Director EU Digital and France di Amazon. I servizi digitali stanno cambiando il modo in cui le persone accedono alla cultura.
Bénard (Amazon): «Così promuoviamo la dioversità culturale»
Fonte: Il Sole 24 Ore