Draghi: è ora di riforme Ue, non si può dire sempre no

«Mi hanno chiesto al termine di Ecofin quale sia l’ordine delle riforme necessarie per l’Ue, quale sia l’ordine non lo so, ma per favore, è il momento di fare qualcosa, decidete voi cosa ma per favore, si faccia qualcosa, non si può passare tutto il tempo a dire no». Lo ha detto, a quanto apprende l’Ansa, Mario Draghi parlando ai presidenti delle commissioni dell’Eurocamera riuniti sul dossier competitività, sul quale l’ex premier è stato incaricato di compilare un rapporto.

Nel fine settimana scorso l’ex premier italiano aveva presentato il rapporto anche ai ministri delle Finanze europei. In quella occasione aveva insistito sulla neccessità di mobilitare enormi investimenti per consentire all’Europa di competere con Usa e Cina, investimenti sia pubblici sia privati.

Mercato unico deve migliorare molto

«I soldi – ha aggiunto – sono solo un aspetto del problema. L’altro aspetto è una profonda rivisitazione delle regole che abbiamo costruito e sulle quali abbiamo lavorato. Il mercato unico è un altro esempio: le chiamavamo riforme strutturali. E’ quello che dobbiamo fare ora: riforme strutturali, a livello di Unione Europea. Il mercato unico è altamente imperfetto: ci sono centinaia di direttive che non vengono attuate, o che vengono attuate in modo diverso a seconda dei Paesi».

Non possiamo pagare elettricità il triplo degli Usa

«Il mercato elettrico – ha proseguito – è un altro settore cui dobbiamo guardare, perché chiaramente l’Europa non può essere competitiva, se paghiamo l’elettricità tre volte tanto quanto costa negli Usa e il gas naturale cinque o sei volte tanto. Ci sono molte cose che dobbiamo fare, delle quali i soldi sono solo una», ha concluso.

I traguardi raggiunti

L’ex banchiere centrale ha ricordato che «negli ultimi anni, l’Unione Europea ha ottenuto importanti risultati: dall’adozione di politiche climatiche e digitali all’avanguardia a livello mondiale, alla definizione degli strumenti che guidano la ripresa dell’Europa dalla pandemia di e alla riduzione della nostra dipendenza dalle importazioni energetiche russe». In questi frangenti, il Parlamento europeo «è stato determinante e spesso ha aperto la strada». E tuttavia «nonostante i successi ottenuti negli ultimi anni nell’affrontare crisi e choc, ci troviamo in un momento critico».

Fonte: Il Sole 24 Ore