Droni e guerra ibrida, il discorso della premier danese Frederiksen

Droni e guerra ibrida, il discorso della premier danese Frederiksen

In terzo luogo, negli ultimi giorni sono stata in contatto con diversi miei colleghi europei. Ho parlato con il cancelliere tedesco, con il primo ministro britannico, con i primi ministri dei nostri Paesi vicini, Svezia e Norvegia, e con il presidente finlandese. Ho anche avuto uno stretto dialogo con il Segretario generale della Nato. E ora siamo in confronto diretto con gli alleati della Nato su come possono assistere la Danimarca nella situazione attuale, in modo da poter proteggere e difendere il nostro spazio aereo.

Gli attacchi ibridi non hanno colpito solo la Danimarca. Ci sono stati recenti incidenti anche in Polonia, Estonia e Romania. La guerra ibrida non è una guerra nel senso tradizionale del termine. Gli attacchi ibridi hanno lo scopo di confonderci, di renderci insicuri. E provengono da un nemico codardo che non osa farsi conoscere. Una volta potrebbero essere i droni, un’altra volta gli attacchi informatici. Potrebbe essere quella che chiamiamo “disinformazione”, potrebbe influenzare i processi elettorali, teorie del complotto che si leggono su internet.

Ma a prescindere dal metodo, lo scopo è lo stesso: vogliono destabilizzare la nostra società, vogliono che non ci fidiamo più delle nostre autorità. E tutto questo sottolinea che la minaccia alla sicurezza dell’Europa è seria e reale. Ecco perché negli ultimi anni abbiamo riarmato in modo massiccio la difesa danese. Ecco perché continuiamo a sostenere l’Ucraina. Credo che, in questa situazione, possa aiutarci: se c’è qualcuno che ha le conoscenze per combattere i droni, questi sono i nostri amici in Ucraina. Ed è per questo che, ovviamente, stiamo dialogando anche con loro.

Devo poi dire che ci vuole tempo per ripristinare la difesa danese. Non chiedo pazienza in questo senso perché io stessa non ne ho, ma siamo impegnati. E chiedo di comprendere che, anche se ce l’avessimo, una cosa del genere non si può fare da un giorno all’altro o da un anno all’altro. Devo aggiungere, e questo vale soprattutto per alcuni partiti del parlamento danese, che l’obiettivo degli attacchi ibridi non è solo mettere alla prova le nostre autorità o la nostra preparazione: come ho detto, è anche vedere in che modo reagiamo come società e politicamente.

Dobbiamo essere vigili. E se qualcosa non funziona, allora bisogna correggerlo, cosa che stiamo facendo. Ma dobbiamo anche mantenere la calma: questo non è il momento di annunci affrettati, di esagerazioni politiche o di dichiarazioni di sfiducia nelle autorità o nella polizia perché nessun politico responsabile può garantire alla popolazione danese che non ci saranno attacchi ibridi. Tra l’altro, questo non può essere garantito in nessun Paese, anzi, probabilmente, è più l’esatto opposto. Vedremo più sabotaggi, più attacchi hacker, ancora più droni, cavi sottomarini distrutti, attacchi diretti alle democrazie europee, come stiamo vedendo nel piccolo Paese della Moldavia.

Fonte: Il Sole 24 Ore