È morto Marco Onado, acuto analista delle vicende finanziarie degli ultimi decenni

È morto Marco Onado, acuto analista delle vicende finanziarie degli ultimi decenni

Una esistenza spesa al servizio della comprensione di quello che succede nella vita reale del Paese e nei modelli astratti di funzionamento dell’economia e della società. E’ morto, dopo una malattia lunga ed estenuante, Marco Onado, accademico bocconiano privo di senso di superiorità verso gli altri ed acuto analista sulle colonne del nostro Sole-24 Ore, per il quale ha scritto centinaia di articoli sulle maggiori vicende finanziarie italiane degli ultimi decenni.

Onado – classe 1941, un fisico messo alla prova da una serie di patologie, l’ultima delle quali è risultata fatale – è stato un intellettuale e un commentatore nel senso novecentesco del termine. In lui la passione culturale, declinata nel diritto e nell’analisi dei mercati e delle imprese, si è unita alla passione civile. La sua vita è stata spesa fuori e dentro le aule universitarie. Dopo la laurea in economia e commercio in via Sarfatti – prima di tornarvi ad insegnare – è stato professore ordinario di economia degli intermediari finanziari all’università di Modena e di Reggio Emilia e all’università di Bologna.

La sua identità si è formata in quel fertile e poco battuto terreno che è il punto di confluenza fra conoscenza accademica ed esperienza della realtà. Uomo di sinistra, non ha mai aderito alla componente più gerarchica e stolida del Partito Comunista. Ma, nel Partito, ha sempre scelto un senso di radicalità che, in qualche maniera, ha ridotto la sua componente morale, o meglio ha evitato che il suo acume diventasse sterilmente moralista. In pochi ricordano che la relazione di minoranza della commissione parlamentare di inchiesta sul caso Sindona, che era stata istituita nel 1979 per comprendere i legami di Michele Sindona con la criminalità organizzata, i partiti e il sistema finanziario italiano, fu firmata fra gli altri da Giuseppe D’Alema, ma fu scritta in molte parti da lui. La sua frequentazione simultanea di pensiero e di realtà si è affinata da commissario Consob, fra il 1993 e il 1998, in anni che hanno visto l’assetto del Paese mutare radicalmente non solo attraverso le commissioni preliminari al Testo Unico per la Finanza, ma anche e soprattutto attraverso le privatizzazioni, che hanno rimodulato la natura e gli equilibri italiani, al loro interno e nel rapporto con gli investitori industriali e finanziari stranieri.

A questo fenomeno storico ha dedicato un importante volume – scritto con il banchiere e amico di una vita Pietro Modiano – pubblicato nel 2023 dal Mulino: “Illusioni perdute. Banche, imprese, classi dirigenti in Italia dopo le privatizzazioni”. Onado aveva un track record strutturato e ampio di pubblicazioni scientifiche. Per citare soltanto le ultime: “A long-term approach to Italian banks’profitability. Paradise lost?” (con Giuseppe Lusignani, in “Journal of Financial Perspectives”, n.2, 2014), “Alla ricerca della banca perduta” (Il Mulino, 2017), “Finance and Investment. The European case” (con Colin Mayer, Stefano Micossi, Marco Pagano e Andrea Polo, Oxford University Press 2018). Ma, allo stesso tempo, ha sempre cercato, anche, il divertimento personale e l’accapigliarsi con la realtà. Molto brillante “Prendi i soldi e scappa. La finanza spiegata con il cinema” (Laterza, 2018).

Fonte: Il Sole 24 Ore